“La speranza non delude”. Papa Francesco visita la Terra dei fuochi


E’ la terra dei fuochi il luogo in cui Papa Francesco decide di recarsi per la celebrazione della festività di Sant’Anna.

“E’ la terra in cui si concentrano le forze del male”, è così che il vescovo Giovanni D’Alise racconta della Terra dei Fuochi, facendo riferimento al biocidio, alla corruzione e alla camorra che nel 1994 arrivò ad uccidere Don Peppe Diana, il prete che ebbe il coraggio di denunciare, col documento “per amore del mio popolo”, ogni tipo di associazione criminale e di cui in tanti ne chiedono la beatificazione.

Proprio sul tema del coraggio torna il discorso di Papa Francesco, il quale afferma:“Dare il primato a Dio significa avere il coraggio di dire no al male, alla violenza, alle sopraffazioni, per vivere una vita di servizio agli altri e in favore della legalità e del bene comune.[…] Chi diventa amico di Dio, ama i fratelli, si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l’ambiente e la natura. Ciò è particolarmente importante in questa vostra bella terra che richiede di essere tutelata e preservata, richiede di avere il coraggio di dire no ad ogni forma di corruzione e di illegalità”

Francesco vicino al popolo casertano, vicino alle sofferenze di un popolo, afflitto dai mali intrinsechi della sua terra. Termina così l’omelia con l’ormai celebre frase “Abbiate speranza. La speranza non delude. Non lasciatevi rubare la speranza”.

La visita del Papa è iniziata intorno alle 16.00 e sebbene il tempo abbia giocato brutti scherzi non è riuscito a rovinare la festa degli oltre 200.000 fedeli presenti in piazza Carlo III.

Molto attiva è stata la presenza della croce rossa e dei vari volontari che hanno dovuto soccorrere 120 persone colpite da vari malori.

Senza specificare data e modalità il Papa ha inoltre promesso di tornare in Campania visitando, entro la fine dell’anno, la città di Napoli come fece Giovanni Paolo II nel novembre del 1990.

Il Papa ha concluso la giornata rendendo felici molte persone, accarezzando i disabili e prendendo in braccio molti bambini.

 


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