De Luca: “Bonus ai giovani? In parte servono a finanziare camorra e mafia”


Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso del consueto aggiornamento alla cittadinanza, è tornato nuovamente sulla questione dell’erogazione dei bonus a favore dei giovani, ponendosi contro il parassitismo.

De Luca: “Bonus ai giovani? Addirittura pericoloso”

Sul decreto semplificazioni: “Il tema delle semplificazioni è di difficoltà immane, il Governo ha di fronte un compito davvero enorme. Abbiamo accumulato decenni di palude burocratica sulla pelle dell’Italia e dell’economia italiana quindi non sarà facile avviare un lavoro di sburocratizzazione. Abbiamo nella proposta del Governo uno o due elementi positivi e poi decine di questioni non risolte o affrontate in maniera negativa”.

“Abbiamo un elemento positivo che era contenuto nella proposta di legge fatta dalla Campania relativa al fatto di non bloccare le opere quando ci sono ricorsi amministrativi. Probabilmente abbiamo avuto un ruolo nel dare consapevolezza di questo problema. Abbiamo novità sullo ZES, chi gestisce gli appalti, in che relazione con le Regioni. Abbiamo però un elemento negativo di centralizzazione burocratica che rischia di paralizzare tutto il programma di realizzazione degli interventi previsti nel piano di rilancio. Le regioni porranno questo tema forte al governo sperando nell’ascolto”.

“Se Draghi si illude che con una centralizzazione delle responsabilità acceleriamo i cantieri verificherà in tempi rapidi che si sta sbagliando. Vediamo l’esempio del covid. Se non ci fossero state le Regioni la gestione sarebbe stata un disastro di proporzioni inimmaginabili. Il Governo ha avuto il merito di aver imposto una linea di prudenza ma per il resto si è limitato alla distribuzione dei vaccini. Ho sentito anche qui esaltazioni ma il Commissario deve fare solo la distribuzione dei vaccini. Potremmo farla con l’accordo su Amazon o con decine di giovani che vanno in giro a distribuire”.

“Quando sono arrivati li abbiamo distribuiti, se avessimo distribuiti direttamente alle Regioni avremmo fatto prima. Il ruolo che ha avuto lo stato è di stato di ritardo e confusione non di accelerazione. Se immaginiamo una centralizzazione anche per le opere del piano di rilancio sarà una grande illusione”.

“Poi c’è la questione della dote di 10 mila euro ai giovani 18enni. Una proposta che considero sbagliata e persino pericolosa. Cinque anni fa la Regione ha lanciato un piano di lavoro per i giovani del Sud, per immetterli nella PA italiana. La proposta è quella di dare lavoro ai giovani, non il bonus. Trovo sconcertante che forze politiche che propongono di dare il bonus non comprendono che ai giovani dobbiamo dare il lavoro e continuino a non dire una parola per i giovani del Sud”.

“La Campania 3 anni fa ha fatto un concorso che dovrebbe concludersi con un’ultima prova che per la verità potevamo risparmiarci. Ci stiamo preparando a un secondo concorso per mandare i giovani a lavorare nelle Pa. Dobbiamo varare un piano per il lavoro non per il parassitismo”.

“La sensibilità politica nell’aiutare i giovani è una cosa positiva ma lo strumento scelto è del tutto sbagliato. Dobbiamo dare una mano ai figli della povera gente ma diamo una mano fornendo servizi non regali. Non dobbiamo dare neanche un euro che non sia collegato a una prestazione di lavoro o a un’attività di formazione o frequenza scolastica. Diamo una mano col trasporto scolastico gratuito, se paghiamo borse di studio in 4 mesi, ampliamo le residenze universitarie”.

“Dobbiamo fare formazione professionale seria, post diploma che risponde alla domanda di figure professionali che vengono dalle imprese. Questo aiuta i giovani a garantirsi un futuro non i bonus. I regali servono in parte nelle aree meridionali a finanziare la manovalanza della camorra, della ndrangheta e della mafia. Io credo che le forze riformiste debbano rinnovare la propria identità in Italie e Europa, uno dei primi elementi di rinnovamento deve essere questo insegnare ai giovani che nella vita si combatte, che ognuno è responsabile della propria esistenza e di quella della propria famiglia. Bisogna educarli a combattere non al parassitismo”.

“In una società moderna ci sarà sempre una percentuale di persone che nonostante il proprio impegno non ce la fanno. Il nostro dovere è di dare non una ma dieci mani a queste persone ma non a chi non combatte, non lavora, non studia e si forma. Questo è totalmente diseducativo. Io credo che dobbiamo ragionare in questo termini quando parliamo di un bonus.

“Poi c’è il tema della fonte finanziaria che si lega alla tassa della successione. Il tema delle successioni è così delicato che affrontarlo in termini banali rappresenta un atto di autolesionismo politico. Nelle successioni e nei patrimoni che si lasciano non c’è solo la rendita, la speculazione, c’è il sacrificio di una vita che va rispettato. Su questo suggerirei un libro di Luigi Einaudi, ‘Prediche Inutili’, con un capitolo intitolato ‘In lode del profitto’ in cui affronta il tema della tassazione in maniera acuta. Dice che c’è una soglia limite oltre la quale viene meno l’interesse a creare ricchezza, se devo creare ricchezza e farmela mangiare dallo Stato non ho più stimolo ad investire”.

 


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