La dieta mediterranea previene il cancro alla prostata: lo studio


La dieta mediterranea può prevenire il cancro alla prostata e altre malattie croniche degenerative come il diabete, i disturbi neurologici e le malattie cardiovascolari. Questo è quanto si apprende da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica journals.sagepub.com, condotto da un team di ricercatori molto vasto provenienti dalla Federico II, dalla Parthenope, dall’Istituto zooprofilattico di Portici e dall’ospedale di Eboli, di cui fanno parte anche tre biologi campani: Cerullo, Terracciano e Cosimato.

“La Dieta Mediterranea rappresenta un importante stile di vita in grado di agire come intervento preventivo contro malattie croniche degenerative come diabete, tumori, malattie autoimmuni, disturbi neurologici e malattie cardiovascolari. Nell’ultimo decennio, infatti, la comunità scientifica ha condotto diversi studi in vivo e in vitro per capire come i diversi macronutrienti e micronutrienti presenti nei diversi alimenti consumati in una MD potrebbero avere effetti benefici sulla salute umana”.

Nello studio condotto in Europa, nello specifico, indagando sui dati epidemiologici forniti dall’Asl di Salerno e raccolti nel registro dei tumori, è stato dimostrato che alcune aree del Cilento e, in generale, i paesi del sud che seguono una dieta mediterranea, “mostrano una ridotta incidenza e mortalità di PCa rispetto agli altri 37 paesi europei coinvolti nello studio. Questa osservazione epidemiologica fa forti ipotesi sull’influenza della dieta mediterranea, basate su un elevato apporto di verdura, frutta, noci, legumi, cereali e pesce magro, consumo moderato di alcol e basse quantità di latte e carni rosse, sulla riduzione del rischio PCa”.

“Il cancro alla prostata (PCa) è il secondo tumore più comune negli uomini, con quasi un milione di nuovi casi diagnosticati in tutto il mondo all’anno. Recentemente, diversi autori hanno fornito prove che i modelli dietetici occidentali (WD), caratterizzati da un elevato carico di carne rossa, carne lavorata, dolci e carboidrati raffinati, sono significativamente associati ad un aumento del rischio di PCa.

Secondo Fabiani, è evidente un andamento lineare tra l’aderenza al rischio WD e PCa. Al contrario, un’elevata aderenza alla dieta mediterranea era inversamente associata alla probabilità di avere PCa negli uomini italiani. Inoltre, il modello alimentare mediterraneo è associato a una minore aggressività del PCa.

L’olio d’oliva è il componente principale della dieta mediterranea ed è una delle principali fonti di antiossidanti. “In particolare, nel Parco Regionale del Cilento cresce una specie di olivo, Olea europaea, che attribuisce all’olio prodotto la denominazione di origine protetta.

L’olio di oliva estratto da Olea europeae contiene, oltre all’acido oleico, anche numerose sostanze in grado di svolgere un importante ruolo antiossidante. Questi componenti includono alfa-tocoferolo e carotenoidi, che sono stati ampiamente studiati, e diversi composti fenolici, come tirosolo e idrossitirosolo, che rappresentano la quota maggiore di antiossidanti nell’olio di oliva come metaboliti delle oleuropeine, fitosqualene, secoiridoidi, fitosteroli e lignani”.

Tra i tanti polifenoli, il licopene (contenuto nel pomodoro) e la quercetina (contenuta prevalentemente nelle cipolle e nelle mele) sono sostanze che hanno un effetto importante sui tumori. Dunque, in conclusione, tutte queste sostanze che assume chi segue una corretta dieta mediterranea, riescono a ridurre il rischio di tumori e in particolare del cancro alla prostata.


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