Legambiente mette a rischio le spiagge?


In seguito alle valutazioni e alle classifiche del FAI e di Legambiente, avevamo anche noi riportato la notizia delle 20 spiagge più belle d’Italia. Baia degli Infreschi era la più quotata per qualità delle acque, parametri paesaggistici, inurbamento, eccetera.

In pochi giorni è nato un fenomeno da “massa primaria”, un turismo che si è riversato sulla spiaggia prima in classifica, la Baia degli Infreschi. 500 persone al giorno stanno affollandosi fuori i suoi cancelli, ponendo all’improvviso a rischio ambientale il sito.

Esonerati da un pericolo impellente, da codice rosso, rincuorati dal fatto che vi fosse una guardiania per la regolamentazione dei flussi alle porte, dunque, non essendo preoccupati da una tragedia consumabile in poche ore, proponiamo ora una bozza di riflessione, uno sguardo predittivo a partire dalle attuali condizioni:

la pubblicazione di queste graduatorie hanno controindicazioni a discapito delle stesse realtà che si propongono di tutelare?

Sicuramente sì, e come lo è per la Cappella Sistina, la considerevole presenza di persone in luoghi ritenuti sulla soglia dell’incontaminato, o, addirittura vergini, possono minare l’integrità dei siti. Dove albergano desideri di egoistico consumo ed economia di mercato vi è anche il rischio di un conflitto di interessi, in merito ai quali di primo acchito non si sa più quali privilegiare e quali stornare.

Può il turismo di massa minacciare le attrazioni turistiche, o è solo un’esagerazione giornalistica?

Occorrono moduli strategici di compromesso per tutelare egualmente gli interessi in gioco, o vanno fatte considerazioni di principio?

Certamente non è questo il luogo per continuare a interrogarci e continuare verso una riflessione che si prospetta estesa e problematica, però, prima o poi, abbisogneremo di gente abilitata a farlo, in grado, con metodologie e discipline adeguate, di potersi disporre ai margini delle varie cornici significanti di interesse, e stabilire criticamente le  priorità.

Necessario è diventato non solo raccogliere dati, ma comprendere meglio come, con quali precauzioni, e in base a quali criteri interpretarli e diffonderli. Bisogna ritornare a pensare …


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