Il sindacato degli infermieri: “46 positivi a settimana anche se vaccinati, il Ministero faccia chiarezza”


Una settimana fa, il sindacato degli infermieri Nursing Up aveva lanciato l’allarme sul numero elevato di contagi covid tra il personale sanitario (circa 50 al giorno solo tra gli infermieri). Personale che per il maggior numero dei casi aveva già ricevuto la seconda dose. il presidente aveva chiesto a gran voce una spiegazione da parte del Ministero della Salute domandandosi se fosse calata la protezione dei vaccini o se in giro vi fosse una nuova variante più aggressiva.

IL SINDACATO DEGLI INFERMIERI: TROPPI CONTAGIATI CON DOPPIA DOSE, VOGLIAMO UNA SPIEGAZIONE”

Domande che non hanno ricevuto risposta. Per questo Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, ha nuovamente fatto un appello al Ministero aggiornando sui nuovi casi covid tra gli infermieri:

I nuovi dati ISS, aggiornati a ieri, dicono che 1694 operatori sanitari, per la maggior parte già vaccinati, si sono ammalati dal 20 agosto a oggi. Una media di 56 professionisti al giorno, di cui l’82%, rapporto Inail, sono infermieri (46 al giorno). Siamo di fronte a lieve calo di infezioni rispetto ai 1951 del periodo dal 31 luglio al 31 agosto, che per noi non nega certo la possibile esistenza di un problema sul quale vogliamo che si faccia chiarezza. Abbiamo appreso, sempre attraverso autorevoli testate, che lo stesso ISS considererebbe la situazione assolutamente normale e non preoccupante. Rispettiamo fino in fondo le interpretazioni, da qualunque parte esse provengano, ma l’algida evidenza dei numeri difficilmente può essere interpretata diversamente: 250 operatori contagiati nel mese di luglio, che diventano 1951 nel mese di agosto e che da ultimo, dopo un leggero calo arrivano comunque a 1694, chiedono risposte certe, non mere rassicurazioni.”

La scorsa settimana erano 50 gli infermieri a settimana contagiati, ora sono 46.

Non possiamo che gioire del calo, seppur minimo, e ci auguriamo che tale trend si riveli continuativo e costante, sino a riportare alla normalità la complessa situazione degli operatori sanitari già vaccinati, perchè è notorio che la stragrande maggioranza dei contagiati è stata già sottoposta a doppia somministrazione, così come sono tante le persone che si chiedono, di fronte a numeri come quelli dei quali parliamo, quali sono i livelli di immunità che vengono garantiti dai vaccini a distanza di tempo dalla seconda dose e, sempre in relazione al trascorrere del tempo, in quale modo quei livelli di copertura iniziale, beninteso indicati dalle case produttrici con riferimento alla variante originaria “alfa”, possano considerarsi confermati anche in funzione delle mutazioni del virus nel frattempo intervenute , ivi compresa la variante beta notoriamente più pervasiva. Insomma tutti gli operatori sanitari hanno diritto di sapere se e quando dovranno ricevere quella dose aggiuntiva di vaccino che rinfranchi i livelli di copertura“.

Da oggi in Campania sono partite le terze dosi ma solo su determinate categorie a rischio, per quanto riguarda una dose aggiuntiva per gli operatori sanitari, il sindacato ha le idee chiare:

Non riteniamo bastevoli meri e variegati pareri, ancorchè meritevoli della massima attenzione quando resi da autorevoli personalità del mondo scientifico: i nostri infermieri chiedono posizioni ufficiali sostenute da evidenze scientifiche. Ci aspettiamo, pertanto, che le istituzioni diano, senza ulteriore indugio, indicazioni chiare, precise e dettagliate sull’esigenza o meno della terza dose per gli operatori sanitari e confidiamo, in caso positivo, che tali indicazioni non transigano ulteriormente dall’indicare le date precise e le modalità con le quali i soggetti interessati saranno chiamati a vaccinarsi“.


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