La politica del Calcio sdogana il razzismo: i cori anti-Napoli avranno vita tranquilla


Il Calcio italiano così come l’economia reale del nostro Paese è in piena crisi. Lo ha ampiamente dimostrato il recente Mondiale brasiliano e la poca strada fatta in Europa dalle società di casa nostra. La politica del calcio, con il suo ex capo Abete, ha deciso di fare un passo indietro.

Per giorni si è parlato di rivoluzione, rinnovamento, di nuovo corso per rilanciare il movimento sportivo più seguito in Italia, nonchè riaprire i rubinetti di questo sistema che fino a 10 anni fa gettavano nel lavandino fior di quattrini e che adesso hanno smesso di funzionare.

Tante parole, ormai ci siamo abituati ma non dovremmo in reatà. Dovremmo diversamente ribellarci ad un immobilismo che parte dalla politica, dalla casta, radicandosi in tutti i settori del nostro vivere quotidiano. E allora la Federazione italiana ha cambiato. Il nuovo capo del nostro calcio ha una carta d’identità di uomo anziano, un ragioniere, un ex politico che durante la sua campagna elettorale è caduto in uno scivolone razzista che ha fatto il giro del mondo. Come inizio non c’è niente male.

Ma il seguito colpirà ancora una volta non solo i tifosi ma l’intero popolo Napoletano praticamente messo in croce nei più disparati stadi del nostro Paese. Stiamo parlando dei cori razzisti, quelli che solo i “tifosi” italiani praticano, cose che nel resto del mondo non esistono.

Carlo Tavecchio

Ebbene Carlo Tavecchio, in nome di quella famigerata rivoluzione, nuovo corso, dopo aver scelto Antonio Conte come Ct della Nazionale, ha deciso di mettere mano alla regola della discriminazione territoriale. E qui arriverà l’ennesimo schiaffo alla dignità partenopea: niente più Curve chiuse se non in casi di grave recidiva, ma solo multe. Infine ciliegina sulla torta la richiesta che la Federazione farà alle società: predisporsi in un piano che combatta questo fenomeno.

In soldoni nel prossimo campionato ad ogni coro razzista contro i Napoletani, vedremo al lunedì le multe più o meno salate del Giudice Sportivo con attenuanti in virtù di questo famoso piano che sicuramente le società penseranno di mettere in pratica. Questa è la risposta ai cori di discriminazione territoriale che il nuovo corso del Calcio italiano ha deciso di dare. Il razzismo è stato sdoganato, adesso si può. Auguri Carlo Tavecchio!


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