Ciro Aveta chiude: la bottega è tra le più longeve d’Italia. Ha quasi 2 secoli di storia


Il 31 dicembre Enzo Aveta aprirà per l’ultima volta le storiche porte della bottega “Ciro Aveta”. Il negozio di coloniali posto su Corso Garibaldi a Santa Maria Capua Vetere dopo quasi un secolo e mezzo di storia chiuderà definitivamente da quel lontano 1890, quando con licenza numero 49 comincia quel percorso commerciale che porterà la famiglia Aveta a dispensare al popolo sammaritano prelibatezze rimaste intatte e irrinunciabili nonostante il trascorrere veloce del tempo.

Un faro sempre acceso per il commercio cittadino, in grado di superare due conflitti mondiali e di porsi come esempio di vita e di stile anche in una società che ha subito trasformazioni economiche, etiche e di valori.

«Ero dietro al bancone da ragazzino insieme a mio padre, dal 1983 sono diventato ufficialmente titolare del negozio – racconta Enzo Aveta – . Mi è stato raccontato del periodo delle guerre. Durante il primo conflitto il mio bisnonno e anche mio nonno partirono. Ritornarono senza una lira, la bottega era vuota. Ma pian piano – ricorda Aveta – siamo riusciti a riempirla».

Se la bottega, classica puteca napoletana, ha retto alle trasformazioni è per la qualità dei suoi prodotti, amatissimi da giovani e anziani: «La qualità è rimasta intatta negli anni e alla gente continuano a piacere le nostre liquirizie e altri prodotti tipici che possono trovare solo da noi. E non certo al supermercato. I sammaritani ci conoscono bene, sanno chi sono gli Aveta. Persone oneste che prima di mettere sul mercato un prodotto lo assaggiano. Si fidano di noi».

La chiusura ha scosso il popolo sammaritano, preoccupato per le sorti della famiglia: «I motivi che ci portano alla chiusura sono personali. E’ arrivato il momento di staccare la spina. Ci mancherà la bottega, poter chiacchierare con i clienti e credo che noi mancheremo ai sammaritani. Li voglio ringraziare – sottolinea Enzo Aveta – per l’affetto che ci stanno dimostrando e che hanno manifestato negli anni. Mio padre e mio nonno da lassù saranno felici di questo».


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