Scampia, la Federico II aprirà la sede di Medicina dopo 15 anni dall’inizio dei lavori


Dopo 15 anni di attese e lunghi lavori, il giorno dell’inaugurazione della nuova sede dell’Università Federico II nel quartiere di Scampia sembra avvicinarsi. Era ormai da un decennio e mezzo che gli studenti di Medicina e i cittadini del quartiere aspettavano la conclusione dei lavori. Ora dovranno solo attendere la tarda primavera. Infatti, nonostante i corsi partiranno dall’anno accademico 2022/2023, non è esclusa la possibilità che alcune attività possano iniziare prima. Si perché la struttura non ospiterà unicamente le aule per gli studenti, ma anche un ambulatorio funzionante, destinato proprio ai cittadini di Scampia.

Il primo protocollo d’intesa del progetto fu firmato quando Bassolino era il Presidente della Regione e Rosa Russo Iervolino era sindaco. Passò poi per mano dell’ex Presidente di Regione, Caldore. “Porteremo il Policlinico universitario a Scampia, al posto delle Vele” dichiarò il Governatore. E finalmente, quel sogno utopistico, sembra essersi realizzato. “Adesso sembra la volta buona. Anzi, è certamente la volta buona.” sono le parole piene di speranza dell’attuale rettore dell’ateneo, Matteo Lorito, riportate da La Repubblica“L’accordo col Comune, perché ci consegni la struttura, è già stato sottoscritto. Alcuni arredi si stanno già montando e si stanno facendo le gare per le attrezzature elettromedicali.” 

Università Federico II, apre sede di Medicina a Scampia seguendo il modello di San Giovanni a Teduccio

L’opera di Gregotti si estende su un’area di circa 10.000 mq coincidente con l’area della ex Vela H abbattuta nel 2003. Alto 7 piani, il cilindro perimetrerà una grande piazza interna, con una copertura trasparente. E proprio al centro di tale piazza, l’architetto Gregotti ha immaginato un grande albero. Uno spazio destinato sia alla socialità che a simboleggiare la cultura. Ma si tratta di un dettaglio ancora da definire, come ha affermato Lorito.

La sede di Medicina della Federico II di Scampia, quindi, punta a seguire l’esperienza già fatta a San Giovanni a Teduccio. Non si tratterà dunque di una facoltà dipartimentalizzata, ma piuttosto una struttura flessibile. “Un unico centro universitario con i primi piani dedicati alle attività formative, con aule, biblioteche, aule studio, un’aula magna da cinquecento posti, laboratori di Medicina tecnologica, e gli ultimi due piani riservati alla ricerca e agli ambulatori aperti al territorio.” spiega il rettore. Nel progetto, è sicuramente incluso un ambulatorio di cardiologia, mentre gli altri saranno probabilmente dedicati al day hospital per patologie legate al metabolismo e alla nutrizione.


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