Scuole, per i presidi era meglio tenerle chiuse. Il ministro Bianchi: “Sono sicure”

Foto: Patrizio Bianchi, pagina Facebook


Le scuole sono sicure. Lo afferma il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in un’intervista a Rai News 24, nel corso della quale ha affermato che “Non si può giustificare che tutto è aperto e l’unico spazio chiuso è la scuola, che è sicura. La scelta di riportare tutti gli studenti in aula è motivata dall’evidenza che il prolungato e diffuso uso di una distanza provoca problemi alla vita di una comunità”.

Bianchi è inoltre convintissimo del meccanismo di prevenzione e contenimento dei contagi previsto, secondo il quale in caso di problemi entrano in gioco delle regole che dovrebbero preservare la salute degli alunni in caso di positività di uno studente: “Un disposto sufficientemente flessibile che da una parte stabilisce il principio del tutti a scuola, dall’altro, laddove ci siano dei problemi, dà la possibilità di ricorrere alla distanza”.

I presidi volevano che le scuole restassero chiuse

Due giorni fa l’Associazione Nazionale Presidi aveva auspicato il rinvio dell’apertura delle scuole. Nella sostanza era la stessa posizione del presidente della Campania, Vincenzo De Luca, che però ha visto la sua ordinanza sulla chiusura degli istituti fino alle medie sospesa dal Tar.

Nel proprio intervento durante la riunione indetta dal Ministero dell’Istruzione l’8 gennaio, il Presidente ANP Antonello Giannelli aveva affermato che “La scuola, in questo momento, sta svolgendo una funzione di supporto al sistema sanitario e ha chiesto che vengano fornite ai dirigenti scolastici indicazioni chiare e applicabili, per garantire una maggiore efficacia nella gestione dei casi che si stanno presentando. Sentiamo il dovere di essere molto chiari nei confronti di famiglie e studenti. Già in queste ore, il numero di studenti positivi, in alcune scuole, ha raggiunto l’ordine delle decine e addirittura centinaia e questo rende quasi impossibile attuare le procedure previste. A mio avviso è molto improbabile che il sistema sanitario, nonostante il supporto delle farmacie nell’esecuzione dei tamponi per gli studenti della scuola secondaria, possa smaltire tempestivamente l’enorme carico di lavoro”.

“Le scuole sono ancora in attesa di ricevere le preannunciate forniture di mascherine FFP2 da parte della struttura commissariale. Inoltre, malgrado le nostre richieste dei giorni scorsi, non risultano ancora pubblicati i dati effettivi sulle classi in DAD, sulle unità di personale sospeso e sul numero di dipendenti e di alunni in quarantena. Numeri che, temiamo, cresceranno nei prossimi giorni. Resta da chiarire anche un problema di privacy: le scuole devono essere autorizzate, in maniera chiara e inattaccabile, al trattamento dei dati sanitari degli studenti per quanto riguarda il loro stato vaccinale al fine di gestire le relative quarantene”.


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