Era il 24 gennaio 2005 quando Attilio Romanò veniva ucciso dalla camorra, per sbaglio, a soli 29 anni. Probabilmente era una giornata di lavoro come un’altra per Attilio, giovane imprenditore nato il 30 marzo 1975 che gestiva un negozio di telefoni cellulari e informatica in via Napoli a Capodimonte: lì i sicari del clan Di Lauro entrarono e spararono alla prima persone che videro, senza accertarsi che fosse effettivamente lui la vittima designata.

Attilio Romanò ucciso per sbaglio dalla camorra

Era il periodo della faida di Scampia, che vedeva contrapposti i Di Lauro e gli Scissionisti. I primi avevano una vera e propria lista di nomi di persone da uccidere: tra queste Salvatore Luise, nipote del boss scissionista Rosario Pariante, che doveva trovarsi all’interno del negozio di Attilio Romanò. Gli assassini, giovani ed inesperti, le nuove leve di un clan decimato dalla guerra di camorra, entrarono e spararono cinque colpi in direzione della persona che si trovava dietro al bancone.

Le condanne

In un primo momento, vista la mancanza di testimoni, il caso venne ritenuto una rapina finita male. Grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia le indagini furono riaperte e portarono nel 2010 all’emissione di tre ordinanze di custodia cautelare: due per i fratelli Cosimo e Marco di Lauro, che presero il controllo del clan dopo l’arresto di Paolo Di Lauro, conosciuto come Ciruzzo ‘o milionario, e la terza per Mario Buono, esecutore materiale che si trovava già all’ergastolo. Nel 2012 Mario Buono e Marco Di Lauro furono condannati all’ergastolo, mentre Cosimo fu assolto per mancanza di prove; nel 2014 le pene furono confermate in appello. Nel 2015 la Cassazione confermò l’ergastolo per buono, disponendo il rinvio a giudizio per Marco Di Lauro che infine, nel 2019, è stato condannato all’ergastolo in qualità di mandante dalla Corte d’Assise d’Appello di Napoli.

Fonti:
– www.campaniavittimeinnocenti.it, pagina su Attilio Romanò consultata il 24 gennaio 2022
– “Romanò ucciso per errore dai killer ragazzini del clan di Lauro” su La Repubblica del 24 giugno 2010