Bimbo napoletano bloccato in Ucraina, il papà: “Doveva rientrare ma non ho più notizie”


Doveva rientrare oggi a Napoli, il bambino nato da padre ischitano e madre ucraina ma che, a seguito dello scoppio della guerra, è rimasto bloccato nel Paese. Di qui l’appello disperato dell’uomo che in mattinata avrebbe dovuto ricongiungersi a suo figlio.

Non è rientrato a Napoli il bambino portato in Ucraina: le parole del papà

L’uomo attendeva il rimpatrio del suo bambino da circa due anni da quando sua madre lo aveva portato con sé in Ucraina spingendolo ad intervenire per vie legali. Questa mattina si era organizzato per raggiungere suo figlio all’aeroporto ma, a seguito dell’attacco ordinato da Putin, il piccolo non ha potuto lasciare l’Ucraina.

“Il bambino doveva rientrare in Italia però Putin ha deciso di attaccare l’Ucraina e gli aeroporti non sono più disponibili. Non abbiamo quasi più notizie. Mi sono messo in contatto con lui tramite videochiamata, l’ho visto due secondi. Stamattina, con la madre, si stavano preparando per partire, ora mi hanno detto che andavano in un posto ma non so che sta succedendo e non ho la possibilità di vedere mio figlio” – ha raccontato Mauro rivolgendosi a ‘Il Corriere del Mezzogiorno’.

“La situazione non è piacevole perché gli aeroporti sono tutti bloccati e già ora ci sono grosse difficoltà di movimento. Kiev è stata invasa, il bambino non sta capendo niente vorrei sapere almeno che intenzioni hanno. Spero che si mettano in contatto per organizzare il rimpatrio del bambino. Non so dove sta andando né se ho la possibilità di mettermi in contatto ancora” – ha continuato.

Stando a quanto raccontato dal legale dell’uomo la volontà della madre del bambino era quella di rimanere in Ucraina nonostante le sollecitazioni del padre. Il Tribunale, poi, aveva accolto la domanda di ritorno in Italia del minore conteso ma la donna non avrebbe osservato la scadenza dei 12 giorni per la consegna spontanea del bambino.

Nonostante i venti di guerra, e l’invito rivolto a tutti gli italiani residenti in Ucraina di rientrare in patria, non è stato effettuato il trasferimento del bambino. Con il nuovo pronunciamento della Corte di Appello bisognerà attendere l’esito previsto per il 1 marzo. Intanto cresce la preoccupazione dell’uomo che non sa né dove si trova suo figlio né quando potrà rivederlo.


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