Dai Greci ai Romani, la Campania da 3000 anni la patria del vino: perché è così buono


La Campania, da tremila anni la patria del vino. Lo sapevano bene gli antichi Romani, che i nettari prodotti in questa terra particolarmente adatta alla coltivazione della vite li chiamavano Vini degli Imperatori, così speciali e prestigiosi da meritare di essere custodite in anfore speciali, con tanto di sigilli ed etichetta recante la provenienza e l’annata di produzione come delle vere e rare eccellenze. Negli ultimi decenni, dopo un certo periodo di oblìo, i viticoltori hanno recuperato i vitigni antichi per tornare ad ottenere quei vini che erano i migliori in assoluto dell’antichità.

Il legame tra queste terre e la cultura vitivinicola delle sue genti è stato recentemente omaggiato dall’Azienda Agricola Nugnes, che ha promosso il contest #PaesaggioDiVino, con il quale ha dato la possibilità a dieci influencer campani, bravissimi fotografi, di mettere in mostra sé stessi e allo stesso tempo far vedere quanto sia bella la nostra terra. Gli influencer hanno immortalato, sullo sfondo dei luoghi più incantevoli ed emblematici di Napoli e della Campania, il piacere di assaporare i migliori vini del nostro territorio per capire davvero quale grande fortuna abbiamo a vivere in questa magnifica regione. Di seguito gli scatti realizzati dagli influencer che hanno partecipato al contest.

Perché bere i vini della Campania

L’habitat

La Campania è un territorio particolarmente adatto alla produzione di ottimi vini principalmente grazie alla terra vulcanica di cui è ricoperta. Le eruzioni del Vesuvio e dei Campi Flegrei nel corso dei secoli hanno reso fertile la zona, e non solo: la sabbia vulcanica, dalla particolare finezza, consente una grande permeabilità favorendo la penetrazione delle radici delle viti e la creazione di un habitat ideale.

Il sapore

I suoli vulcanici sono particolarmente ricchi di elementi chimici che dànno alle uve delle caratteristiche praticamente introvabili altrove. Complessità e sapidità, mineralità ed acidità, uniti alle escursioni termiche tipiche dei territori vulcanici che accentuano le componenti aromatiche, nei vini della Campania trovano delle peculiarità originali ed autentiche.

La storia

I suoli vulcanici sono tutti differenti tra loro, anche se presentano delle caratteristiche comuni. Il vero elemento di distinzione è rappresentato proprio dalle viti, che nel caso della Campania possono vantare una selezione avvenuta nel corso dei millenni, operazione che le ha rese praticamente perfette per il loro scopo: la produzione del vino. Un vino campano è dunque il risultato di un sapere raggiunto attraverso secoli di esperienza, di passione, di selezione maniacale.

L’economia

Bere i vini campani significa supportare l’economia del proprio territorio. Le aziende vinicole campane, come tutte quelle meridionali, a causa dell’arretratezza infrastrutturale ed economica trovano difficoltà nell’approdare alla grande distribuzione, dovendo fare molta più fatica per emergere nonostante possano offrire dei prodotti certamente non inferiori rispetto ai vini internazionali. Un discorso che, su una scala più ampia, può essere esteso a tutti i vini italiani che devono subire una concorrenza aggressiva da parte delle aziende estere; queste generalmente possono contare su capitali da investire più consistenti a fronte di una qualità del prodotto infinitamente inferiore.

L’Azienda Agricola Nugnes

L’azienda agricola Nugnes rappresenta un esempio concreto di eccellenza campana nella produzione di vini, raggiunta unendo storia, tradizione e cultura millenarie ulteriormente perfezionate grazie ai saperi contemporanei. Il passato si coniuga al presente ed al futuro. Uno dei grandi meriti di Nugnes è il recupero della Vite Aminea, la prima ad essere impiantata nell’ager Falernus dai coloni greci giunti in questi luoghi. Alcuni dei massimi autori latini come Cicerone, Plinio, Marziale, Virgilio stimavano in eccezional modo i vini della Campania Felix, tra i quali proprio la Aminea Gemina, ma anche la Vitis Hellenica, la Vitis Apiana, il Vinum Album Phalanginum, ovvero i progenitori dell’Aglianico, del Fiano, della Falanghina e del Greco.


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