Riscoperta la Napoli-Reggio Calabria dell’800: l’antica “autostrada” fatta costruire dai Borbone


È stata riportata alla luce la Napoli – Reggio Calabria dell’Ottocento, la grande strada costruita dai Borbone per collegare l’intera fascia tirrenica del Regno di Napoli, quello che nel 1816 sarebbe diventato la parte peninsulare del Regno delle Due Sicilie. Si tratta della Via Regia delle Calabrie, riscoperta grazie a Luca Esposito (scrittore, architetto, storico della cartografia del Regno di Napoli, autore della ricerca) e all’Archeoclub d’Italia.

“Lungo la Via Regia delle Calabrie – spiega Luca Esposito – abbiamo riscoperto le antiche osterie, i ponti romani, tracciati della Consolare risalente a 2100 anni fa! Ma la strada costeggia geositi e attraversa borghi da tutelare. Uno studio durato ben 8 anni! Considerato il crescente interesse che oggi riscuote il viaggiare “a piedi”, i dati statistici relativi al Cammino di Santiago, alla Via Francigena ed al Cammino di Assisi, ad esempio, sebbene risentano di una forte attrattiva “spirituale”, indicano un’affluenza di persone in transito che è triplicata negli ultimi 5anni, la Via Regia delle Calabrie percorsa dai viaggiatori del Gran Tour potrebbe contribuire alla ripartenza dell’Italia!”.

Reggia di Portici

Iniziata nel 1778 – abbandonata nel 1962 definitivamente, la Via Regia delle Calabrie “nasconde” almeno 14 tratte postali ottocentesche, ponti romani e del ‘700, antiche osterie di un tempo, palazzi, siti di epoca romana o borbonica. Ben 60 anni dopo sarà una donna di 72 anni a ripercorrerla a piedi per raccontarla! Il 26 Marzo Vienna Cammarota, narratrice e Ambasciatrice Archeoclub D’Italia oltre che Guida Ambientale Escursionistica di Assoguide, inizierà ad attraversarla ed il 2 Aprile arriverà a Castrovillari in Calabria. Partendo da Serre (Sa) attraverserà: Postiglione (Sa), Sicignano degli Alburni (Sa), Petina (Sa), Auletta (Sa), Pertosa (Sa), Polla (Sa), Atena Lucana (Sa), Sala Consilina (Sa), Padula (Sa), Montesano (Sa), Casalbuono (Sa), Lagonegro (Pz), Rivello (Pz), Nemoli (Pz), Lauria (Pz), Castelluccio Superiore (Pz), Castelluccio Inferiore (Pz), Laino Borgo (Cs). Rotonda (Pz), Morano Calabro (Cs), Castrovillari (Cs).

La Via Regia delle Calabrie fatta costruire da Ferdinando IV di Borbone

“Lungo la Via Regia ci sono numerose taverne ma anche tanti uffici postali di allora e Vienna Cammarota passerà per osterie rimaste intatte. Ad esempio la Taverna Cioffi divenuta famosa per aver dato rifugio per una notte a Carlo Pisacane, il 29 Giugno del 1857 e tre anni più tardi, il 4 settembre 1860, per aver ospitato Giuseppe Garibaldi, che tra quelle mura radunò il suo Stato Maggiore, prendendo importanti decisioni per il prosieguo della spedizione. Ed ancora la Taverna delle Armi che siamo riusciti a ritrovare nella boscaglia. Conosciuta come la Taverna di Castelluccio, viene documentata per la prima volta nel 1749. C’è anche da vedere lungo il cammino, la Fontana della Regina Margherita, piccola e pittoresca costruzione in stile barocco con relativa lapide ed iscrizione latina, fatta realizzare da Ferdinando IV di Borbone nel 1793, durante uno dei suoi viaggi in Sicilia, per ricordare e celebrare la sorgente che con le sue acque placò la sete della real consorte.

Ma abbiamo anche antichi ponti non solo romani ma settecenteschi come ad esempio, al chilometro 45 della Via Regia delle Calabrie c’è il ponte settecentesco sul torrente S. Onofrio, che presenta ancora la struttura arcuata in pietra di matrice settecentesca. Ad Auletta sul Tanagro troviamo la Taverna del Marchese perché al tempo proprietà del marchese Scanderberg, con annessa stazione di posta di Auletta. La taverna “del Marchese” ebbe la doppia funzione sia di locanda che di stazione di posta fino al 1832, anno in cui un regio decreto di Ferdinando II di Borbone istituì una nuova officina di posta, oltre il ponte di Auletta, che potesse servire anche per la corrispondenza in arrivo ed in partenza per la Basilicata. L’edificio sede della nuova stazione di posta sarà quello dell’osteria del Pertuscio ed aveva pianta quadrangolare, con il lato sulla strada che presentava due ampi portoni d’entrata. Al piano terra erano le stalle ed al centro del cortile interno era collocata una cisterna per attingere acqua potabile e per abbeverare gli animali. Al piano superiore erano presenti sei stanze con finestra che servivano come dormitorio per i viaggiatori, mentre una stanza più grande con al centro un camino veniva utilizzata per pranzare. L’edificio si completava con un sottotetto dotato di altre tre stanze. La stazione di posta, ricordata anche con il nome di “Taverna Caggiano” dal nome dei primi proprietari, era dotata di dieci cavalli e due postiglioni e rimase in funzione fino alla fine del 1800. Molti di questi ci sono ancora mentre altri sono andati persi”. Lo ha affermato Luca Esposito, storico della cartografia del Regno di Napoli, architetto, che dopo uno studio di ben 8 anni ha ritrovato la Napoli – Reggio Calabria dell’800: la Via Regia Borbonica e l’ha anche geo – referenziata sui sistemi satellitari.

Era la più lunga via di comunicazione anche per i viaggiatori del Gran Tour!

“La Strada Regia delle Calabrie era la più lunga e importante via di comunicazione terrestre dell’Italia meridionale. Sorge per buona parte sul tracciato della più antica “Capua-Regium” di origine romana – ha proseguito Esposito – con cui condivide la storia di una costruzione complessa e dispendiosa. Una strada percorsa per secoli da eserciti, funzionari di stato, staffette postali e dai numerosi aristocratici che nel Settecento si recavano in visita nei luoghi del “Grand Tour”. E’ proprio questa la via percorsa dall’esercito tedesco in ritirata durante la Seconda Guerra mondiale, inseguito dalle truppe alleate. E’ la stessa via percorsa prima da Pisacane e poi da Garibaldi durante l’epopea risorgimentale. L’arteria lungo la quale si muovevano le truppe piemontesi per attuare l’aspra repressione del brigantaggio.

Prima ancora la percorse Carlo V d’Asburgo, nel suo viaggio trionfale di rientro dalla celebre crociata in territorio africano. Poi Giuseppe Bonaparte, Gioacchino Murat, il Cardinale Ruffo e tantissimi altri. Questa strada, insieme ai borghi che sorgono lungo il suo cammino, è stata letteralmente attraversata dalla storia, fino a quando, nel 1962, non venne completamente tagliata fuori a seguito della realizzazione della prima autostrada meridionale: la A3 Salerno-Reggio Calabria. Di colpo vennero isolati tutti i borghi sedi delle antiche stazioni di posta, restando incastonati in un meraviglioso paesaggio, aspro e incontaminato.


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