Altro che “mille culure”, Napoli sempre più grigia: così si distrugge la bellezza della città


Piazza Municipio libera dai cantieri dopo oltre venti anni. Le nuove generazioni la vedono senza lavori in corso praticamente per la prima volta nella propria vita, ma non è così per i più grandi che, anzi, sono rimasti generalmente molto delusi: rispetto ai decenni scorsi infatti non c’è quasi verde, mentre in passato era praticamente un giardino nel cuore della città.

Le foto d’epoca di Piazza Municipio sono più che eloquenti: alberi, verde curato e perfino delle fontane zampillanti. Chi era bambino negli Sessanta o Settanta, nei gruppi social dedicati alla Napoli che fu, racconta dei mesi estivi trascorsi a giocare e a placare il caldo estivo bagnandosi proprio in quella che è tornata ad essere la piazza più grande d’Italia che oggi è invece un trionfo di grigio spento. A queste critiche si aggiunge anche l’ironia: sviluppandosi nel senso della lunghezza, vuota e monotona, sembra una pista di atterraggio.

Del verde in realtà è previsto nella nuova Piazza Municipio, due file di alberi che – almeno in questo momento – sono piccoli ed anche in numero parecchio ridotto. Il sindaco Gaetano Manfredi invita ad aspettare un po’ di tempo ed avere fiducia. La realtà ai napoletani racconta invece l’opposto: basti pensare a Piazza Dante, anch’essa un tempo ricca di verde ed oggi grigia e spoglia, o alla stessa Piazza Garibaldi, grigia e dispersiva.

piazza municipio ieri 2Napoli sempre più grigia

Altro che Napule è mille culure. La bellezza della città, oggi, dipende esclusivamente da quanto è stato costruito nel lontano passato – prima dell’Unità d’Italia – e da una natura spettacolare. L’eccezione è rappresentata dalle stazioni dell’arte della Linea 1 della Metropolitana, ma si tratta di costruzioni sotterranee, luoghi destinati a essere di passaggio e non effettivamente vissuti da cittadini e turisti.  Una città che ha abbandonato il culto del bello, la volontà di raggiungere un’armonia estetica, apparentemente per risparmiare su fondi che scarseggiano ed in nome di una presunta necessità di essere concreti e funzionali. Concretezza e funzionalità che spesso si stenta a riscontrare in verità, ed in questo modo resta soltanto il brutto. È questa la Napoli che vogliamo?


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