Sanità e terzo mandato, De Luca avverte: “Starò al mio posto molto a lungo”


Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, intervenuto questa mattina all’ospedale Moscati di Avellino, ha parlato della sanità regionale facendo riferimento anche alla possibilità di un suo terzo mandato.

De Luca su sanità e terzo mandato

Riferendosi agli investimenti effettuati per l’ospedale Moscati ha sottolineato: “Questo è diventato uno dei migliori ospedali della Campania. E’ un ospedale attrattivo non solo di pazienti in ambito regionale ma anche extraregionale. Questo vuol dire che abbiamo delle eccellenze vere, i cittadini vanno dove si salvano la vita. Qui si è riusciti a costruire un gruppo dirigente di altissimo livello”. 

“Sui tempi di pagamento dobbiamo fare di più, dobbiamo arrivare a pagare a 27 giorni. Anche perché non mi potete privare di essere la prima Regione di Italia per i termini di pagamento. Quando vado a Roma a dire che paghiamo nella metà dei tempi della Lombardia per me è una gratificazione”.

Ha, poi, sottolineato alcuni problemi finanziari che hanno portato la Regione a richiedere l’intervento del Ministero della Salute: “Stiamo lavorando sul filo del rasoio. Non abbiamo avuto ancora la restituzione di 2/3 delle risorse che abbiamo impiegato per il covid. Aggiungete a questo il fatto che veniamo derubati ogni anno di 220 milioni di euro per il riparto del Fondo Sanitario Nazionale”.

“Abbiamo fatto una diffida al Ministero della Salute. Abbiamo dato due mesi di tempo, che scadono a fine maggio, perché è inadempiente da 7 anni. E’ da 7 anni che i criteri sulla base dei quali avvieni il riparto non vengono definiti ed è uno scandalo. Abbiamo deciso di combattere a muso duro. Sulle case di comunità ad oggi ancora non ci dicono la copertura finanziaria per il personale da impiegare”.

“Siamo stati commissariati per 10 anni questo ha comportato un blocco di assunzioni e finanziamenti per l’edilizia ospedaliera. Per quanto riguarda il personale avevamo il vincolo di non sforare la spesa oltre quella del 2004 meno l’1,4%. Mentre la Campania commissariata, e dunque sorvegliata, si è mantenuta sotto la soglia altre Regioni del Centro-Nord non commissariate hanno assunto chi diavolo volevano nell’indifferenza generale”.

“Abbiamo dovuto reggere nel covid in queste condizioni e abbiamo fatto un mezzo miracolo. Siamo orgogliosi perché siamo la Regione che presenta il tasso di decessi covid più bassi di Italia in relazione alla popolazione. Abbiamo dovuto fare scelte complicate. Nonostante un rallentamento di attività ma qui non abbiamo mai interrotto le prestazioni”.

“Dobbiamo recuperare il ritardo nelle prevenzione. Gli screening oncologici hanno avuto una riduzione drammatica. Dobbiamo riprendere o fra qualche anno ci facciamo male. Nel momento in cui si attenua ma non si cancella la criticità covid dobbiamo riprendere da qui”.

“L’uscita dal commissariamento è coincisa con l’esplosone del covid e ne siamo stati travolti. Quando si esce per i tre anni successivi si è controllati speciali. Comitati e contro comitati non capiscono che siamo sotto controllo, che se abbiamo 40 strutture complesse in più non accettabili alla terza diffida ci bloccano i finanziamenti”.

Parlando degli impegni assunti dalla Regione ha colto l’occasione per sottolineare, ironicamente, il prosieguo del suo incarico: “Dobbiamo essere seri perché abbiamo assunto degli impegni da mantenere a partire dall’equilibrio di bilancio. Vi assicuro che finché ci sto io, il che significa molto a lungo, non sforeremo di un euro il bilancio sanitario. Non mi assumerò mai la responsabilità di portare di nuovo la Campania al commissariamento”.

Infine, ancora sul divario Nord-Sud ha commentato: “Nella discussione a Roma per il riparto del Fondo Sanitario una Regione del Nord ha avuto l’impudenza di chiedere il risarcimento in quanto nei due anni del covid è diminuita la mobilità passiva da Sud a Nord. Cose da santo uffizio, non ci si crede. Poi qualcuno dice che il presidente della Campania ha un brutto carattere. Sarà pure così ma loro sono farabutti veri. Siamo in un Paese nel quale affermare l’uguaglianza dei diritti e delle regole comporta una guerra all’ultimo sangue”.


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