Febbre del Nilo in Italia, dal mal di testa ai dolori: i sintomi del virus delle zanzare

Foto iznsvenezie


Sono stati registrati in Italia, in particolar modo in Veneto, alcuni casi di West Nile, il virus, conosciuto anche come febbre del Nilo, trasmesso dalle zanzare.

Casi in Italia di febbre del Nilo: virus, sintomi e cure

La febbre del Nilo è causata da un virus che ha come serbatoi gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Isolata per la prima volta in Uganda, è diffusa in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. Negli ultimi anni sta circolando anche in Italia: nel 2020 ci furono 5 morti e pochi giorni fa, come rende noto l’Ansa, un 83enne colpito da una grave encefalite causata da West Nile è deceduto in Veneto.

Di qui i chiarimenti dell’Istituto Superiore di Sanità, che attraverso un’apposita sezione sul sito ufficiale illustra i campanelli d’allarme, le tipologie di prevenzione e le terapie da seguire. Le autorità sanitarie ricordano innanzitutto che il virus risulta pericoloso soprattutto per anziani e pazienti fragili mentre nei giovani e nei soggetti in salute si presenta in maniera quasi del tutto asintomatica.

Il periodo di incubazione, dal momento della puntura della zanzara infetta, varia dai 2 ai 14 giorni, estendendosi a 21 per le persone con deficit a carico del sistema immunitario. Generalmente si presenta senza sintomi o con disturbi leggeri quali: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei.

I bambini possono manifestare una febbre leggera che tende a salire nei giovani, accompagnata da arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Per gli anziani e le persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più pesante con febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni. Malesseri che possono sfociare anche nella paralisi e nel coma o determinare effetti neurologici permanenti. Nei casi peggiori (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

Nei casi lievi i sintomi tendono a scomparire nel giro di pochi giorni o una settimana. In quelli più gravi diventa necessario ricorrere all’ospedalizzazione. La diagnosi viene prevalentemente effettuata attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM.

Al momento non si dispone di un vaccino dedicato dunque la miglior forma di prevenzione consiste nell’evitare l’esposizione alla puntura delle zanzare usando zanzariere in casa, cambiando di frequente l’acqua dei vasi o di altri contenitori, usando repellenti e indumenti coprenti.


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