Napoli, invitata a pranzo e stuprata da due uomini: uno lo aveva conosciuto in una scuola di ballo


NAPOLI – Lo aveva conosciuto ad una scuola di ballo e mai si sarebbe aspettata che quell’amicizia si trasformasse in violenza. Prima invitata a pranzo con l’inganno e poi drogata e violentata. Due uomini sono infatti accusati di violenza sessuale ai danni di una donna napoletana di 45 anni.

Napoli, donna invitata a pranzo e stuprata da due uomini

La donna aveva conosciuto il 51enne etiope in una scuola di ballo. Da qui era nata una bella amicizia, con diversi messaggi scambiati anche durante il lockdown. Poi un sabato di inizio maggio l’invito a pranzo a casa che è stato accettato dalla donna. Qui però la 45enne si è ritrovata anche un altro uomo, un 49enne napoletano che è stato il primo ad abusare di lei. Come reso noto dalle agenzie di stampa, il pranzo era andato bene al punto che la donna aveva chiamato alle amiche per rassicurarle e parlando di un futuro appuntamento ma poi sarebbe stata drogata e indotta a bere alcool. Quando i due si sono accorti che ormai aveva perso il controllo l’avrebbero portata in camera da letto e stuprata, a turno, indifferenti alle lacrime e alle suppliche di smetterla. Il giudice ha creduto alla versione della donna e non ha ritenuto sussistente l’aggravante, contestata dal pm, dell’uso di sostanze alcoliche e stupefacenti. I due uomini sono così stati condannati dal gup di Napoli Antonio Baldassarre a cinque anni e otto mesi di reclusione, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato.

La denuncia al centro antiviolenza

Dopo la violenza la donna ha aspettato qualche giorno prima di denunciare. Si è recata in un centro antiviolenza anche dopo il suggerimento delle amiche. Le indagini degli investigatori del commissariato Vomero e della
Squadra Mobile, coordinati della sezione “Fasce Deboli” della Procura di Napoli hanno consentito di raccogliere importanti indizi. Ad incastrare i due imputati, che all’inizio vennero solo denunciati, sono state, in particolare, due stampe appese al muro nel corridoio della casa e uno scarabocchio sul muro che la donna è riuscita a descrivere con dovizia di particolari agli inquirenti.


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