Prezzo carburanti, maxi inchiesta della Guardia di Finanza sugli aumenti incontrollati

Guardia di Finanza


Un vero e proprio piano di azione della Guardia di Finanza contro la speculazione sui prezzi dei carburanti partita, secondo i finanzieri, all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina. Oggi pomeriggio il generale Giuseppe Zafarana, comandante generale della Guardia di Finanza, incontrerà a Palazzo Chigi il Presidente del Consiglio e il Ministro dell’Economia per esporre i risultati dell’inchiesta e valutare le misure da intraprendere.

Prezzi dei carburanti: la maxi inchiesta della Guardia di Finanza

Nel corso del 2022 sono stati eseguiti – riferisce Agenzia Nova– 5.187 interventi nell’ambito del piano di azione nazionale denominato Prezzi carburanti. Sono state contestate 2.809 violazioni alla disciplina prezzi. Di tali violazioni, 717 hanno riguardato la mancata esposizione e/o difformità dei prezzi praticati rispetto ai prezzi indicati e 2.092 l’omessa comunicazione al Ministero.

Sotto la lente di ingrandimento gli aumenti incontrollati

Particolare attenzione è stata rivolta alla dinamica di andamento dei prezzi, specialmente nella fase di variazione delle accise, e la relativa comunicazione all’ex Mise (oggi Mimit, Ministero per le Imprese e il Made in Italy). Sotto la lente di ingrandimento, sulla fine del 2022, specialmente i distributori sulla rete autostradale e in contesti territoriali sensibili. Tali controlli sono di valore fondamentale visto il ritorno al regime ordinario delle aliquote di accisa.

Il piano di azione si svolgerà anche nel corso del 2023 e con aumentato vigore, proprio per contrattare l’aumento incontrollato dei prezzi di benzina e diesel. Costi che, spesso, oscillano mostrando aumenti immediati e diminuzioni lente e graduali. Un supporto costante sarà così dato all’Autorità garante della concorrenza e del mercato per accertare violazioni alla normativa di settore, ma anche all’Autorità giudiziaria che potrebbe aprire delle indagini dato che le condotte potrebbero potenzialmente configurare ipotesi sanzionate dagli articoli 501 e 501-bis del codice penale, rubricati rispettivamente in “rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio” e “manovre speculative su merci”.

 


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