Il mare è sempre più caldo: avvistati diversi squali. Il Golfo di Napoli tocca i 30 gradi

Lungomare di Napoli - via Caracciolo. Foto: Pacopixel94


Le temperature record investono sempre più le acque del Mediterraneo che diventa sempre più caldo: il mare del Golfo di Napoli, come rilevato dai recenti rilievi Arpac, segna picchi di 30 gradi mentre, in tutta Italia, aumentano gli avvistamenti di pesci e squali, tipici delle località tropicali.

Mare caldo nel Golfo di Napoli e in tutta Italia: aumentano gli avvistamenti di squali

La sensazione di sollievo dal caldo, che si prova immergendosi nelle fredde acque della costa campana, sembra ormai un ricordo lontano. Il mare, infatti, sta raggiungendo temperature sempre più elevate in tutto il Paese, soprattutto in queste giornate bollenti, dominate dall’anticiclone africano.

Alcuni dati comunicati dall’Arpac danno un’idea concreta del fenomeno: il 12 luglio a Marina di Vico Equense il mare toccava quasi i 30 gradi e 29 a Camerota nello stesso giorno. Ancor prima dell’arrivo dell’ondata di caldo record, a Posillipo, in prossimità di Palazzo Sant’Anna, il mare raggiungeva i 28 gradi.

Numeri che confermano la progressiva tropicalizzazione del mar Mediterraneo che continua ad attirare nuovi esemplari marini, animali e vegetali. Non è un caso che, proprio nelle ultime settimane, sono aumentati gli avvistamenti di squali in Italia, soprattutto in Sicilia.

La migrazione di specie dal Mar Rosso al Mediterraneo non è in sé una novità. Quando le temperature del nostro mare erano temperate, le specie aliene non si diffondevano o restavano confinate nel Mediterraneo orientale. Ora si spingono più a Nord” – ha spiegato il biologo e ricercatore della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli a Il Corriere del Mezzogiorno.

“Premesso che gli squali nel Mediterraneo ci sono sempre stati, che gli attacchi all’uomo di questi predatori nel mondo sono poche decine all’anno e che sono soprattutto gli squali a dover temere l’uomo, l’acclimatamento nel Mediterraneo di alcune specie comuni nelle acque tropicali potrebbe essere favorito dal riscaldamento dell’acqua. Non darei informazioni preoccupanti, però, e non mi pare che ci siano statistiche su incrementi di attacchi nei nostri mari negli ultimi decenni” – ha concluso.


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