A novembre riceverà zero euro di pensione: “L’INPS si è dimenticata di me?”

La testimonianza di un cittadino torrese: l'INPS gli azzera la pensione per un mese


Apre il sito dell’INPS per controllare il suo cedolino di pensione e scopre che per il mese di novembre l’assegno sarà di zero euro: è la surreale storia che ci è stata segnalata da un cittadino di Torre del Greco, G.M., che preferisce rimanere anonimo.

Un mese senza pensione: “Vado a mangiare dalla Meloni?”

La storia è di quelle che nel 2023, con l’Intelligenza Artificiale che va sostituendo tante attività ripetitive ed una generale informatizzazione della pubblica amministrazione, ha dell’incredibile. Un pensionato di Torre del Greco ha scoperto che per il mese di novembre dovrà fare a meno della sua già risicata pensione, conquistata dopo quasi 40 anni di lavoro da operaio.

Dopo essersi affidato ad un CAF cittadino per la dichiarazione dei redditi, scopre di avere un debito nei confronti dello stato italiano per aver ricevuto, nel 2022 e fino a settembre 2023, detrazioni fiscali alle quali non aveva diritto. Un piccolo importo di circa 60 euro mensili che si è accumulato nel tempo fino ad arrivare a circa 800 euro (per l’anno 2022). A questi, si somma l’acconto che l’INPS richiede per l’anno successivo in caso di dichiarazioni a debito: un “cavillo” che porta il debito a circa 1300 euro.

Un debito da rateizzare: ma l’INPS preleva tutto insieme

“Il CAF mi aveva detto che c’era la possibilità di rateizzare questo importo e così ho scelto questa opzione – dichiara il pensionato – anche perchè 1300 euro è praticamente tutto l’importo del mio assegno pensionistico, avendo anche moglie a carico”. Ma qualcosa deve essere andato storto nella richiesta di rateizzazione firmata dal cittadino.

“Ero consapevole di dover pagare, di avere un debito economico con lo stato: proprio per questo sono andato a controllare sul sito dell’INPS quale sarebbe stato, al netto della rateizzazione, l’importo che dovevo farmi bastare per il mese di novembre”. Ma la grottesca scoperta è stata che quell’importo sarebbe stato pari a zero. “Il mio primo pensiero? Dopo la rabbia iniziale ho pensato di andare a mangiare a casa del presidente Meloni per tutto il mese” ironizza G.M., che non avendo altra scelta l’ha presa con filosofia.

Il CAF: “Anche l’INPS sbaglia (spesso)”

Il Centro Assistenza Fiscale conferma che la richiesta di rateizzazione è stata inoltrata correttamente. Ma l’ente di previdenza non ne avrebbe tenuto conto, addebitando totalmente l’importo e trattenendolo dal cedolino di novembre che, così facendo, si è praticamente annullato: “Non è la prima volta che l’INPS sbaglia, anzi succede spesso – afferma il responsabile del CAF – Certamente si potrebbe ricorrere, ma i tempi sarebbero lunghi e certamente non porterebbero un risultato immediato, a novembre. Tra l’altro, quell’importo andrebbe comunque poi pagato in quattro rate”.

Un cavillo nel mare magnum di normative fiscali e previdenziali che un semplice pensionato non può certo fronteggiare adeguatamente. Infatti, scavando (ed interpretando) la normativa sui conguagli si legge che la rateizzazione per i debiti di imposta è possibile purché le rate vengano tutte pagate entro novembre dell’anno in corso. Una contraddizione, visto che i tempi per la presentazione del modello 730 scadono il 2 ottobre, escludendo di fatto la possibilità di rateizzazione.

“Se fosse successo a qualcuno più anziano e fragile?”

Resta il fatto che, a novembre 2023, con tutte le tutele esistenti in materia di fiscalità, c’è ancora la possibilità concreta che un pensionato non riceva l’assegno sulla quale fa affidamento per vivere. Per fortuna sono una persona attiva, capace di utilizzare il PC e sto bene in salute – conclude il pensionato – Ho fatto una vita di sacrifici per conquistare la pensione, pagare un mutuo per avere una casa di proprietà ed avere un minimo fondo per queste emergenze“.

Ma una persona più anziana? Se avesse scoperto di dover vivere per un mese senza soldi e magari con un affitto da pagare? Cosa sarebbe successo? Poteva sentirsi male davanti allo sportello postale: con queste norme, poi ci si meraviglia se alcune persone più fragili si lasciano andare a gesti estremi“.


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