Miracolo alla Reggia di Caserta, rinasce il Pallagrello Nero: il vino preferito di Ferdinando di Borbone


Rinasce il Pallagrello Nero di Re Ferdinando di Borbone grazie all’uva raccolta nella Real Tenuta del Bosco di San Silvestro della Reggia di Caserta. Il nettare preferito del sovrano di Napoli e Sicilia prima, successivamente del Regno delle Due Sicilie quando unificò le corone, era così amato tanto da essere sempre presente nei pranzi a corte e perfino omaggiato agli ospiti più illustri che giungevano a corte. È proprio quel vino che è stato nuovamente realizzato e prende il nome di OroRe Pallagrello Nero.

Rinasce il Pallagrello Nero di re Ferdinando di Borbone

Ferdinando di Borbone stimava così tanto il Pallagrello Nero, le cui uve crescono nel territorio casertano, che fece impiantare ben moggi di vigna, circa cinque ettari, nella Real Tenuta del Bosco di San Silvestro della Reggia di Caserta. Dopo oltre un secolo dall’ultima vendemmia, nel 2021, è stato prodotto il paglierino OroRe Pallagrello Bianco Igt, mentre quest’anno è pronto OroRe Nero, grazie alla Cantina Tenuta Fontana che ha fatto rinascere la Vigna del Re della Reggia di Caserta. OroRe Nero sarà presentato il 29 novembre alla Reggia di Caserta.

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Ferdinando I di Borbone, re del Regno delle Due Sicilie

La Reggia di Caserta fu ideata come fucina di eccellenze

“Con orgoglio presentiamo il risultato tangibile di un grande lavoro di squadra del quale ringrazio Tenuta Fontana – spiega Tiziana Maffei, direttore della Reggia di Caserta – Un lavoro improntato alla valorizzazione dell’identità del Complesso vanvitelliano. La vocazione produttiva della corte borbonica trovava espressione anche nella vitivinicoltura. Nel progetto di Re Carlo e del suo architetto Luigi Vanvitelli, la Reggia doveva essere residenza reale, ma anche fucina di produttività e delle eccellenze del territorio. Oggi la Reggia di Caserta è un Museo contemporaneo e internazionale, vivo e attivo, al servizio della società e del suo sviluppo. OroRe è un’occasione per la Reggia di Caserta per far conoscere la sua storia, le sue origini e le sue molteplici vocazioni anche nel settore enologico. Per il pubblico, gli addetti ai lavori e il mercato per scoprire un prodotto unico al mondo, degno della tavola di un re”.

Il recupero delle uve di Pallagrello

Nel dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, datato 1797-1802, si può leggere: “… I vini di questa contrada sono eccellenti, e sono de’ migliori del Regno così per la loro qualità e natura, come per la grata sensazione che risvegliano al palato. Vanno sotto il nome di Pallarelli e sono stimatissimi nei pranzi… “. Nonostante le infestazioni di fillossera ne decretarono un’ingloriosa fine, il Pallagrello rimase nella memoria e, forse, in qualche campo di contadini degradato a vino da taglio. Ufficialmente, quello del Re, era morto. Ma Tenuta Fontana, al Bosco di San Silvestro, è riuscita nel miracolo.

reggia di caserta

Foto: Reggia di Caserta, pagina Facebook

“Eravamo consci della delicatezza del ruolo che svolgevamo – spiegano Mariapina e Antonio Fontana, proprietari della Cantina, con sede a Pietrelcina, il paesino di San Pio – e lo abbiamo portato avanti con la maggior cura possibile e coordinandoci continuamente con la Reggia di Caserta e tutti gli studiosi che potevano darci indicazioni utili. Il risultato pensiamo sia un capolavoro dell’agricoltura e della vinificazione, però spetterà al pubblico deciderlo. OroRe bianco ha avuto un grande successo, ora tocca a OroRe Nero farsi conoscere e apprezzare. Ma ancor più importante è stato il processo di rinascita, un simbolo per il territorio casertano ma anche per tutto il Sud Italia e siamo fieri di aver contribuito a questo miracolo.

Un miracolo anche grazie alla lungimiranza dei direttori della Reggia, Mauro Felicori prima, con l’intuizione di far rinascere la vigna e affidarla a Tenuta Fontana, e Tiziana Maffei, poi, con la perseveranza nel portare avanti il progetto.

La vigna della Reggia di Caserta nel Bosco di San Silvestro

Superficie: 1,2 ha
Terreno: Franco Sabbioso
Vitigno coltivato: Pallagrello bianco e Pallagrello nero da selezione Massale
Portainnesto: 420 A
Sesto di Impianto: 2,50m x 0,80m

Brevi cenni sul vitigno

Il vitigno Pallagrello viene coltivato nella regione Campania ed è molto diffuso nella provincia di Caserta, con varietà bacca bianca e a bacca nera, caratterizzato da grappoli piccoli e con acini perfettamente sferici, da cui il nome Pallagrello, cioè piccola palla, in dialetto locale «U Pallarel».

Uva Pallagrello Nero

Uva Pallagrello Nero

Cenni Storici

Originario della località Monticello nel comune di Piedimonte Matese (origine attestata da un’epigrafe, ancora apposta in questa località, realizzata per volere di Ferdinando di Borbone che impediva categoricamente ai non autorizzati di attraversare i 27 moggi di vigna di pallagrello), se ne hanno numerose risultanze storiche, riconducibili secondo alcuni addirittura alla Pilleolata romana. Famosissimo sino a tutto l’Ottocento, se ne traeva uno dei vini favoriti dai Borbone.

Questi, che lo tenevano in gran conto, lo offrivano come regalo di pregio ai propri ospiti e lo includevano, con il nome di Piedimonte rosso (dalla zona pedemontana del Matese da cui origina e dal nome del comune ove più consistente insiste la produzione: Piedimonte Matese, già Piedimonte d’Alife) tra i vini presenti nei menu e nelle carte dei vini per le grandi occasioni, accanto ai più titolati vini francesi.

Le infestazioni di oidio e fillossera dei primi anni del Novecento, assieme alla decadenza sociale e politica delle regioni meridionali (ed al contemporaneo sviluppo industriale dell’agricoltura e dell’enologia piemontese e toscana), ne decretarono una veloce scomparsa e un sostanziale oblìo nonostante le indubbie qualità ampelografiche. Rimaneva essenzialmente come uva da taglio nelle vigne dei contadini delle zone di produzione, sovente confuso con la Coda di Volpe o con cloni di Aglianico.

La Vigna della Reggia di Caserta nel Bosco di San Silvestro

La sua bontà e fama lo fecero diventare anche il vitigno naturalmente destinato a essere coltivato per i sovrani alla Reggia di Caserta. Fu scelto come terreno quello del Bosco di San Silvestro, che domina il Parco reale. La vigna divenne subito la più importante nel servire e rifornire le reali tavole della Reggia di Caserta. Ma la caduta del regno nelle mani dei Savoia, con l’abbandono del palazzo reale, fece naturalmente abbandonare anche la vigna che praticamente sparì. Dei cinque ettari ad essa destinati nel Bosco di San Silvestro, quando Tenuta Fontana ha cominciato a recuperare il vigneto, solo un ettaro di terreno era rimasto libero per la coltivazione. Il resto era stato tutto riconquistato dal bosco.

Aspetti legati alla futura vinificazione presso Tenuta Fontana

Il progetto legato alla rinascita della vigna di San Silvestro nasce nel febbraio 2018 e ha visto la prima vendemmia nel settembre 2021, con la produzione di un migliaio di bottiglie di OroRe Pallagrello Bianco igt. Il 29 novembre 2023 ci sarà la prima presentazione pubblica di OroRe Nero, Pallagrello Nero igt. Per una corretta maturazione del vino senza interferenze del contenitore e per mantenere intatte le caratteristiche organolettiche del vitigno, è stata scelta l’anfora di terracotta come contenitore per l’affinamento.


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