VIDEO/ Ex percettrice del RdC: “Non si vive con quei pidocchi che ci vogliono dare”


Questa mattina è stata presentata presso il Consiglio Regionale della Campania la proposta di legge per l’introduzione del MIR (Misura Integrativa di sostegno al Reddito), l’equivalente del vecchio Reddito di Cittadinanza abolito nel 2024. Il disegno di legge è firmato dalla consigliera Maria Muscarà che pone l’accento, in particolare, non solo sulle condizioni delle fasce di popolazione escluse dall’Assegno di Inclusione (chi non ha la terza media, per esempio), ma sulla necessità di fare in modo che i nostri giovani non debbano emigrare per forza.

Proposta di legge per il Reddito di Cittadinanza della Campania

Alla conferenza hanno partecipato anche alcuni ex percettori del Reddito di Cittadinanza. La signora Rita ha spiegato a Vesuviolive.it: “Ormai è sotto gli occhi di tutti che il popolo è tutto contrario al Reddito di Cittadinanza, ma non vogliamo essere abbandonati a noi stessi. Come ci sono i redditi regionali al Nord, così deve essere anche al Sud. Se con il Reddito riuscivi a fare studiare i ragazzi, a prendere qualche libro in più, o fare un corso, ora non è più possibile. Io ho fatto un corso di taglio e cucito, volevo esplodere di più ma purtroppo mi è stato tolto il Reddito il mese di giugno. Non è vero che non abbiamo voglia di fare, anzi, più di quello che immaginano le persone. Dateci un’opportunità, dei corsi, un lavoro. Ci hanno schiacciato sotto i piedi, siamo con le spalle al muro”.

Una ex percettrice: “Non si vive con quei pidocchi che ci vogliono dare”

Ancora più dura la signora Maria, che afferma: “C’è stato un accanimento mediatico e bugiardo sui percettori del Reddito di Cittadinanza. Sono state dette cose fasulle per farlo rimuovere. Il Reddito di Cittadinanza è stato un sospiro, potevi sopravvivere nel tuo poco, perché non è che eri ricco. Con gli aumenti dei prezzi potevi fare ancora meno. Ma quello, associato al lavoro, andava benissimo a mio parere. Mio figlio a 22 anni si è spostato a Bolzano, dove ha cercato lavoro per 4 mesi, ma gli hanno fatto un contratto di un solo mese e poi è dovuto tornare a casa. Ho dovuto fargli i biglietti, mettergli i soldi in tasca. Figuriamoci le persone di 50 anni che nessuno vuole a lavoro. Noi ci siamo attivati nel cercare lavoro, ma è molto difficile specialmente per un 50enne”.

“Le prospettive? Pessime, io ho fatto domanda per l’Assegno di Inclusione perché ho dei minori sperando che l’accettino. Però comunque non si vive con quei pidocchi che ci vogliono dare. Era meglio un lavoro, visto che si diceva che la povertà la sconfiggeva il lavoro. Ma le persone 50enni, anche se lo trovassero, che contributi possono avere? Che pensione possono prendere in futuro? Non si vive più bene, neanche con l’ADI si vivrà bene, perché la vita è più cara e sono meno soldi. Lo daranno a meno famiglie”.

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