Il Parlamento ha approvato l’istituzione della commissione sul Covid, con lo scopo di indagare sulla gestione dell’emergenza sanitaria scatenata dalla pandemia di Sars-Cov-2. Sotto la lente di ingrandimento ci saranno principalmente Giuseppe Conte e Roberto Conte, che in quel periodo ricoprivano la carica, rispettivamente, di Presidente del Consiglio e Ministro della Salute.

È nata la Commissione di indagine sul Covid

Dopo il parere favorevole del Senato, anche la camera ha approvato con 132 voti favorevoli e 86 contrari. La commissione sarà composta da 15 senatori e 15 deputati, in modo che tutti i gruppi parlamentari, di maggioranza e opposizione, siano rappresentati. Respinta invece la richiesta avanzata dal PD di indagare anche sull’operato delle Regioni ed enti locali.

Il ruolo della Commissione

La Commissione sul Covid avrà il compito di accertare se le misure adottate per contrastare la pandemia siano state efficaci e tempestive, o se ci siano stati colpevoli ritardi o inefficienze dovute ad una cattiva gestione dell’emergenza da parte del Governo di allora. Da comprendere come mai il Piano pandemico fosse fermo al 2006 nonostante l’Oms abbia dichiarato lo stato di emergenza il 30 gennaio 2020. Sotto la lente di ingrandimento anche l’operato del Comitato tecnico-scientifico e della task-force presso il ministero della Salute.

Preservata la Lombardia (almeno per ora)

All’esito del voto è scoppiata una lite verbale nella camera dei Deputati, con l’opposizione ed in particolare il Movimento 5 Stelle che accusano la maggioranza di volere istituire un “plotone di esecuzione”. D’altra parte è stata – almeno per il momento – preservata la posizione delle regioni, prima tra tutte la Lombardia guidata dal leghista Attilio Fontana che è stata il focolaio italiano del Covid, e dove si sono verificati evidenti inefficienze nel comprendere e contrastare il pericolo dato dal Sars-Cov-2.