Allarme pertosse nei bimbi, +800% di ricoveri: cos’è, sintomi e come prevenire la malattia


La Società Italiana di Pediatria lancia un’allerta per l’epidemia di pertosse che sta colpendo principalmente neonati e bambini non vaccinati, facendo registrare un aumento di casi in tutta Italia e manifestandosi con sintomi che tendono a divenire via via più gravi.

Allarme pertosse in neonati e bambini: cos’è e quali sono i sintomi

L’allarme era stato già lanciato dall’European Centr for Disease Prevention and Control (ECDC) che aveva fatto leva sui quasi 60 mila casi di pertosse rilevati in tutta Europa nel 2023 e fino ad aprile 2024, con un incremento di 10 volte superiore rispetto agli anni precedenti. Sulla stessa scia, la Società Italiana di Pediatria ha fornito numeri preoccupanti: rispetto allo scorso anno i ricoveri legati alla malattia in questione avrebbero subito un aumento dell’800%, facendo registrare tre decessi dall’inizio del 2024.

“La pertosse è una malattia fortemente contagiosa e pericolosa, soprattutto nei primi mesi di vita e nei neonati che hanno un maggior rischio di complicanze e di decesso. In questa fascia di età la mortalità è compresa tra l’1 e l’1,5%” – ha dichiarato la presidente della Società Italiana di Pediatria, Annamaria Staiano.

La pertosse è una malattia infettiva di origine batterica molto contagiosa, causata dal batterio Bordetella pertussis, e colpisce prevalentemente i bambini sotto i 5 anni. Può essere trasmessa soltanto attraverso il contagio fra esseri umani e si presenta con sintomi che tendono ad aggravarsi progressivamente.

La malattia si manifesta con una tosse persistente che tende a durare per più di 3 settimane. La tosse, inizialmente lieve, può essere accompagnata nelle fasi d’esordio anche da qualche linea di febbre e secrezioni nasali. Questo tipo di fase “catarrale” dura all’incirca una o 2 settimane. Man mano la tosse diventa parossistica e si associa a difficoltà respiratorie dando inizio alla fase convulsiva o parossistica che può durare anche 2 mesi in assenza di adeguato trattamento. Alcuni bambini possono andare incontro anche ad episodi di vomito, apnea e cianosi.

In caso di complicazioni gravi, la pertosse può sfociare in otiti, polmoniti, bronchiti e affezioni neurologiche, determinando conseguenze anche molto gravi per i neonati. Per fortuna, però, nella maggioranza dei casi, si riesce a debellare la malattia con un trattamento antibiotico che permette la guarigione in una quindicina di giorni.

La pertosse si può prevenire soprattutto a partire dal grembo materno. La presidente Staiano ha, infatti, sottolineato: “Possiamo tutelare questa popolazione particolarmente vulnerabile attraverso l’immunizzazione della mamma durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza, altamente sicura ed efficace nel proteggere i bambini ancora troppo piccoli per poter essere vaccinati”.


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