Lui la tormentava, lei lo respingeva con gentilezza. La mamma di Sara: “Non vedeva il male”
Apr 04, 2025 - Veronica Ronza
Sara Campanella, la ragazza uccisa a Messina per l'ossessione di un ragazzo, suo collega di università
Lo aveva respinto con gentilezza, pur sopportando da circa due anni le sue insistenti avances, senza nemmeno confidarsi con la mamma e gli altri familiari, ma alla fine è stata uccisa brutalmente: il nome di Sara Campanella, la ragazza di Messina sgozzata e ridotta in fin di vita per strada, si aggiunge così al lungo e drammatico elenco delle vittime di femminicidio.
Sara Campanella uccisa, la mamma: “Non sapevamo nulla”
“Sara non ne aveva mai parlato. Nessuno di noi sapeva della sua esistenza, nessuno l’aveva sentito nominare. E certo non sono mai stati insieme” – ha rivelato la mamma della vittima, in un’intervista rilasciata a Il Corriere del Mezzogiorno.
La 22enne non aveva mai instaurato alcun tipo di relazione con Stefano Argentino, il 26enne arrestato con l’accusa di omicidio, nonché suo compagno di università. Pare che lui nutrisse una sorta di interesse ossessivo nei confronti della ragazza, arrivando a pedinarla e tormentarla di continuo.
Ma Sara non aveva maturato in lui nessuna illusione, anzi continuava a respingerlo, seppur con garbo e gentilezza, sopportando quei fastidiosi inseguimenti e appostamenti, senza mai dire nulla a nessuno, se non alle sue amiche più strette.
Probabilmente aveva deciso di nascondere il tutto alla famiglia e al fidanzato per evitare preoccupazioni che avrebbe considerato inutili, forse non comprendendo la gravità della situazione. Il suo ragazzo ha rivelato di essere al corrente solo di alcuni messaggi che l’indagato avrebbe inviato alla 22enne, suggerendole di bloccarlo.
“Sara non aveva mai manifestato timori. Era circondata da amici, da persone che le volevano bene ed era una ragazza positiva, buona, che non vedeva il male negli altri. Non è mai stata diffidente, guardinga e non si sarà resa conto del rischio che correva. Se avessimo avuto il minimo sentore che qualcosa non andava, l’avremmo accompagnata noi a fare denuncia” – ha continuato la madre.
Anche quel maledetto giorno, Sara è stata seguita per l’ennesima volta. Stava raggiungendo la fermata dell’autobus, dopo aver terminato il suo turno da tirocinante in ospedale, quando è stata prima aggredita alle spalle e poi accoltellata alla gola. I testimoni avrebbero sentito la ragazza pregare l’aggressore di andare via e di essere lasciata in pace. Ma quell’interesse non corrisposto, nella mente del killer sarebbe bastato per decidere di stroncare brutalmente la vita di una ragazza di soli 22 anni.