Angela Celentano, dalla confessione del prete al presunto papà: cos’è la pista turca


Scattano le nuove indagini sul caso Angela Celentano, scomparsa nel lontano 10 agosto 1996 durante una gita in famiglia sul Monte Faito: gli accertamenti riguarderanno la cosiddetta “pista turca”, aperta a seguito delle rivelazioni di una donna, Vincenza Trentinella, che si sarebbe recata personalmente in Turchia dove, secondo la sua tesi, si troverebbe la ragazza.

Angela Celentano, cos’è la pista turca: tutti i passaggi

L’indagine in Turchia è partita dall’iniziativa privata di una donna, Vincenza Trentinella, che si sarebbe recata sul posto dopo aver raccolto le confidenze di un parroco. Una terza persona, stando al suo racconto, durante la confessione avrebbe rivelato il luogo in cui Angela era stata portata subito dopo la scomparsa.

Un segreto troppo grande che avrebbe spinto il prete a violare, in parte, il sigillo sacramentale. Proprio a Vincenza avrebbe riferito che Angela sarebbe stata condotta a Buyukada, un isolotto della Turchia, dove avrebbe iniziato una nuova vita con Fafhi Bey, un uomo che si sarebbe spacciato per suo padre.

La donna avrebbe deciso di raggiungere l’isola turca per raccogliere di persona informazioni che avrebbero potuto confermare o smentire quella tesi. Qui avrebbe avuto modo di incontrare quell’uomo, in uno studio veterinario, riuscendo a scattare una foto anche a sua figlia, la presunta Angela.

La polizia scientifica tramite una perizia elettronica avrebbe già escluso la corrispondenza della persona raffigurata in foto con la ragazza scomparsa ma pare che ci siano ancora alcuni punti da chiarire sulla pista turca che avrebbero spinto gli inquirenti a dare il via a nuove indagini.

Gli accertamenti probabilmente si focalizzeranno ancora una volta su Fafhi Bey, presunto papà adottivo di Angela, in quanto durante uno dei primi sopralluoghi della polizia sarebbe stata perquisita erroneamente l’abitazione di un collega che lavorava come veterinario nel suo stesso studio e non la sua.

Trentinella aveva dato anche ulteriori indicazioni agli inquirenti: oltre al nome e precise coordinate per localizzare l’uomo, anche un numero di telefono che lui stesso le avrebbe consegnato. Vincenza, infatti, lo avrebbe avvicinato con la scusa di voler portare con sé in Italia un gattino trovato sull’isolotto, riuscendo così ad ottenere il suo contatto telefonico.

Il primo decisivo passo da compiere, ad oggi, consiste nell’effettuazione dell’esame del Dna che fornirà uno scenario finalmente certo su quella ragazza che sarebbe somigliante alla ricostruzione del viso di Angela.


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