Napolitano Store accusato di frode IVA: risultava nullatenente, sequestrati 5 milioni e uno yacht


Scatta un sequestro preventivo milionario per Angelo Napolitano, l’imprenditore attivo nel mondo dell’elettronica di consumo noto su TikTok per i suoi prezzi stracciati e recentemente coinvolto con la “collega” Rita De Crescenzo nello scandalo per un video all’interno del Consiglio Regionale della Campania.

Napolitano Store, sequestrati 5 milioni, appartamenti e yacht

La Procura della Repubblica di Nola e i militari della Guardia Di Finanza hanno eseguito un sequestro preventivo per un valore complessivo di circa 5 milioni e 700 mila euro nei confronti di una società che opera a Casalnuovo di Napoli nel settore della vendita di elettrodomestici, cellulari e videogames e del suo amministratore, nell’ambito di un’indagine relativa ad una presunta frode IVA.

Secondo quanto riportato da ANSA, i destinatari delle misure sarebbero la AM Distribution Srl che gestisce la “Napolitano Store” ed il suo titolare, Angelo Napolitano.

L’imprenditore Tiktoker: nei mesi scorsi su “Striscia” e in Consiglio Regionale

Un cognome ed un’attività “esplose” su TikTok grazie a milioni di visualizzazioni sulle clip con le quali lo stesso titolare promuoveva i propri prezzi “scontati” alla clientela, spesso in maniera teatrale ed accendendo veri e propri “dissing” con altri imprenditori del settore ma anche con vari personaggi del mondo dei social.

I fari sull’attività si sono accesi anche nei mesi scorsi quando le telecamere di Striscia la Notizia hanno provato a vederci più chiaro sul come fosse possibile praticare dei prezzi così bassi, addirittura più economici – in alcuni casi – dei produttori.

Il titolare Angelo Napolitano era presente anche nel video scandalo che agli inizi di agosto aveva fatto il giro del web e delle TV, nel quale il consigliere regionale Pasquale Di Fenza – esponente di “Azione”, espulso in seguito all’episodio – si prestava ad alcune scene trash con Rita De Crescenzo e lo stesso Napolitano negli uffici del consiglio.

Come funzionava la frode

Secondo l’ipotesi accusatoria, prezzi così stracciati sarebbero frutto di una frode ai danni dello Stato: telefoni ed altri prodotti di elettronica sarebbero stati venduti al pubblico previo pagamento solo in contanti. Al cliente sarebbe stato fornito non uno scontrino ma una “bolletta” priva di validità fiscale elaborata con un software gestionale in cui veniva indicato il codice IMEI per validare eventuali sostituzioni del prodotto, monitorare le vendite e movimentare il magazzino.

I prodotti sarebbero poi stati venduti, fiscalmente, a società cosiddette “cartiere”, prive di dipendenti ed operatività e sistematicamente inadempienti agli obblighi tributari.

Sequestrate case e barca, risultava nullatenente

In attesa di stabilire l’effettiva colpevolezza dei soggetti coinvolti, il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto il maxi sequestro preventivo per un valore pari a poco meno di 6 milioni di Euro: beni della società e del suo legale rappresentante che sarebbe risultato formalmente nullatenente.

Tra i beni sequestrati, uno yacht da 16,5 metri ed un immobile sito a Napoli, nel quartiere Gianturco, entrambi – secondo la GdF – fittiziamente intestati a terzi.

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