“Hanno fatto una rapina con la vostra auto”, si fingeva carabiniere per truffare gli anziani

Carabinieri. Immagine di repertorio


Una fantasiosa truffa ai danni dei più anziani era stata architettata da un uomo residente in Campania ma in trasferta a Sassari, arrestato dai “veri” militari dell’Arma.

Truffa agli anziani, si fingeva carabiniere

Una storia che richiama vecchie paure e nuove insidie: nel pomeriggio di martedì, un uomo – residente in Campania – è stato arrestato a Sassari dai militari dell’Arma dei Carabinieri in flagranza di reato dopo aver tentato ripetutamente di truffare pensionati, in particolare donne, spacciandosi per un carabiniere.

Il fatto è stato riportato da Ansa.it: l’indagine sarebbe partita da più chiamate alla centrale operativa di via Rockefeller, nel capoluogo sardo.

Gli anziani segnalavano la chiamata di un interlocutore che diceva “Sono il tenente dei carabinieri, la targa della sua auto è stata clonata, serve collaborare immediatamente”, evocando scenari di rapina su gioielleria e richiedendo un inventario di denaro e preziosi custoditi in casa.

Intervengono i “veri” carabinieri

In un caso, mentre un vero carabiniere rassicurava una pensionata al telefono, alla sua abitazione qualcuno ha suonato al citofono. È scattato l’intervento: l’uomo è stato identificato nei pressi del quartiere, con cappellino, occhiali e giaccone con bavero sollevato — un travestimento ricercato che però non ha ingannato chi ormai era in allerta.

La reazione è stata violenta: il truffatore ha colpito i militari all’addome nella tentata fuga, mostrando una pericolosa miscela tra criminalità “da strada” e abilità persuasiva.

In caso di dubbi, contattare sempre il 112

Sarebbe stato anche dotato di auricolare, probabilmente in contatto con complici. Arrestato, è stato trasferito nel carcere di Bancali e il giudice ha disposto l’obbligo di firma nella stazione dei carabinieri del comune campano dove risiede.

Il fatto è tanto più grave perché colpisce una fascia fragile della popolazione. Serve dunque non solo l’intervento delle forze dell’ordine, ma una campagna permanente di informazione: evitare di aprire a sconosciuti, verificare sempre l’identità di chi dichiara di essere “in servizio”, non farsi intimidire da minacce di “arresto” e contattare immediatamente il numero 112 in caso di dubbio.

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