In Noi del Rione Sanità la Napoli più bella: quella che sconfigge la camorra con la bellezza

Noi del Rione Sanità - Mad Entertainment


Si è appena concluso l’ultimo capitolo di Noi del Rione Sanità, la nuova fiction partenopea che ha riscosso notevole successo sia sul piano degli ascolti che tra l’opinione pubblica, conquistando il merito di aver messo in luce il coraggio e la bellezza di una Napoli che non soccombe al vittimismo e alla criminalità, piuttosto reagisce e riesce addirittura a sconfiggere la camorra.

Un messaggio profondo, un simbolo di riscatto, un’immagine della Napoli più autentica, che diventa ancor più importante se si considera il fatto che, alla fine, quell’opera di rinascita del quartiere è stata portata realmente a compimento grazie all’impegno di un parroco, padre Antonio Loffredo, e alla sua schiera di giovani, pieni di sogni e talenti.

In Noi del Rione Sanità la Napoli più bella: contro la camorra

Napoli, negli ultimi anni, è diventata sempre più protagonista indiscussa in televisione. Diverse sono state le opere cinematografiche e le serie televisive che hanno ribaltato totalmente la narrazione, spesso troppo stereotipata, di una città che, fino a poco tempo fa, tendeva a far notizia soltanto per degrado, malaffare e attività illecite. Piaghe sicuramente da sconfiggere a Napoli così come in tutte le altre città del mondo ma che, in ogni caso, hanno contribuito a diffondere nell’immaginario collettivo una serie di pregiudizi su un intero popolo.

Ed è qui che entra in gioco il messaggio veicolato da Noi del Rione Sanità, una serie ispirata all’ominimo libro di padre Antonio Loffredo, che forse per la prima volta affronta il problema della criminalità ma mostrandone l’altra faccia della medaglia: quella di una Napoli che si batte con tutte le sue forze per la bellezza e la legalità, riuscendo addirittura a far vacillare i criminali e a far conoscere le proprie meraviglie in tutto il mondo.

I ragazzi di Don Giuseppe (interpretato da Carmine Recano) pur vivendo in un contesto difficile, riescono a riscattarsi e a cambiare il proprio percorso di vita. C’è Enzo che depone le armi e fa prevalere l’amore al senso di vendetta oppure Anna che finanzia gli studi al fratello con i soldi ottenuti (a sua insaputa) dai traffici illegali o ancora Massimo che pur finendo risucchiato nel vortice del clan riesce in ogni caso a proteggere i suoi amici e riconoscere la strada giusta da percorrere.

Alla fine i perdenti dell’intera storia sono soltanto due: i criminali – con il boss Mariano che viene tradotto in carcere grazie al papà di Mimmo che trova la forza di denunciare – e i violenti – con il fermo del papà della piccola Matilde e l’inizio di una nuova vita per lei e la sua mamma che finalmente trova il coraggio di mettere fine a quella relazione insana.

A vincere è, invece, la Napoli più autentica e vera, quella che, grazie al lavoro di squadra di tanti cittadini, capitanati da un sacerdote visionario e intraprendente, ha consentito la riapertura, a partire dal 2009, delle Catacombe di San Gennaro. Ad oggi si tratta di uno dei luoghi più importanti del Cristianesimo nel Sud Italia, con 200 mila visitatori ogni anno, provenienti da ogni parte del mondo. Attraverso il recupero e la riqualificazione di questo prestigioso sito, tanti giovani del Rione Sanità hanno trovato un posto di lavoro, senza lasciare la propria città né intraprendere strade sbagliate per rimanerci. Noi del Rione Sanità è, dunque, la storia vera di un quartiere risorto dalle ceneri, grazie alla sua bellezza e al talento di chi ci è nato e cresciuto.


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