Il Teatro San Carlo torna in Rai, Medea conquista Napoli: 8 minuti di applausi e fiori
Dic 15, 2025 - Martina Siano
Giovedì 11 dicembre è andata in onda su Rai 5 Medea, per la regia di Mario Martone, già in scena al Teatro San Carlo lo scorso 6 dicembre. Si tratta dell’opera in tre atti scelta per aprire la stagione 2025-26 del Teatro dell’Opera napoletano, scritta nel 1797 da Luigi Cherubini, compositore ed esponente del classicismo fiorentino.
Medea su Rai 5: la prima del San Carlo conquista lo schermo
L’opera, rappresentata per la prima volta in Italia soltanto dopo più di un secolo, è arrivata al Teatro San Carlo per la prima volta quest’anno. La Medea, personaggio già raccontato da Euripide nella sua tragedia, è una figura autentica e quasi cangiante: una donna vittima di un tradimento, divorata dalle sue stesse emozioni nefaste, che la portano addirittura a commettere due infanticidi.
Sarebbe banale pensare che questa storia sia stata scelta per veicolare un possibile messaggio femminista. La verità è che la messa in scena di quest’opera era un sogno nel cassetto della produzione sancarliana da anni, soprattutto per la sua maestosità e complessità lirica, che ha trovato la sua realizzazione nella voce del soprano Sondra Radvanovsky, già interprete di Medea alla Metropolitan Opera House di New York.
Nel cast figurano anche Francesco Demuro nel ruolo di Giasone e Anita Rachvelishvili nei panni di Néris, sua confidente. Giorgi Manoshvili interpreta Creonte, padre di Medea, mentre il cast vocale è completato da tre ex allieve dell’Accademia del Teatro di San Carlo: Désirée Giove è Glauce, rivale in amore della protagonista, accompagnata dalle ancelle Maria Knihnytska e Anastasiia Sagaidak.
Mario Martone trasforma Medea in un dramma contemporaneo
La regia di Mario Martone ha trasportato l’opera in un dramma contemporaneo dalle atmosfere cinematografiche, mescolando valore estetico e simbolico, che richiamano le sfumature della rappresentazione filmica di Medea di Pier Paolo Pasolini e del film Melancholia di Lars von Trier, come afferma lo stesso Martone.
L’opera si è conclusa con otto minuti di applausi e una cascata di fiori lanciati da un pubblico caloroso e numeroso, a testimonianza della riuscita messa in scena per il teatro partenopeo
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