Buttafuoco stronca Siani: “Film inutile, meglio il cinepanettone!”


Il giornalista Pietrangelo Buttafuoco stronca su Il Foglio Alessandro Siani con una recensione al vetriolo per Si accettano miracoli, ultimo film del regista partenopeo, campione di incassi al botteghino degli ultimi giorni.

Stando alle stime, il lungometraggio firmato Siani ha incassato soltanto nei primi 3 giorni circa 5 milioni di euro, sbancando oltre le previsioni; in realtà Buttafuoco lo ha acidamente definito “il film più inutile (…) meglio un giorno da cinepattone che cento da Si accettano miracoli!“; sulla testata giornalistica Il Foglio, il giornalista ha criticato aspramente l’ultimo attesissimo film di Siani, definendolo come una gettonatissima fiaba napoletana, identificandola come una classica cartolina, un po’ surreale, in cui le donne lavano i panni alla fontana, gli autobus anni ’50 comprati dai trovarobe e dagli antiquari, un apologo sui sentimenti del pittoresco con uso di cucina. La schermaglia continua incidendo nel profondo, poiché Buttafuoco ammette che il film, sebbene sia popolato da tantissimi attori famosi e volti noti sul piccolo schermo, si serve effettivamente di battute geniali, magnifiche e sulfuree, ma il film è ambientato in un paese e questo paese è descritto da chi un paese in verità non l’ha mai visto, né abitato.

L’opinione generale del pubblico invece è piuttosto positiva: preferito a Il Principe abusivo, Si accettano miracoli ha riempito sale di interi cinema e multisala, esaurendo le prenotazioni e le prevendite di biglietti. Che l’amato Siani si muova su un terreno in cui sa di poter vincere? Ci pensa Buttafuoco a demolirlo, paragonando il lavoro e la carriera di Siani anacronisticamente alle grandi personalità del cinema italiano: Alberto Sordi, i fratelli Vanzina, ma anche addirittura a Pietro Germi e a Carlo Goldoni. Aggiunge inoltre il pungente giornalista: “La commedia è identità fondante della nazione, ben più che spaghetti e mandolino, quanto a misurare i mutamenti di costume; la commedia è infatti scienza, ci si dispera a doversela vedere con siffatte prove d’artista, perché altro destino non sembra arridere all’Italia che l’incapacità di far ridere”, specificando che per puro provincialismo, una volta la cinematografia italiana si meritava film e registi come i grandissimi Vanzina, dirottando invece oggi su falsi miracoli, in cui gli italiani e forse anche i registi, credono semplicemente perché incassano milioni al botteghino.

Solo la chioma ricciuta quindi sembra essere l’unico punto in comune tra il giornalista nostalgico e il regista demolitore; Siani offre quello che il pubblico della società di oggi vuol vedere e forse paragonarlo ai grandi registi non è una premessa giusta, ma come dar torto a Buttafuoco? Dove sono i film di una volta? Forse gli spettatori sono stufi dei demenziali cinepanettoni e vogliono soltanto godersi una semplice risata? Forse oggi purtroppo i film impegnativi sono controcorrente? Per poter giudicare dovremmo solo andare al cinema, sederci su una comoda poltrona e… goderci il film!

 


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