L’arte non ha limiti. Il “Corriere della Camorra” di Omar Jerez


Che la fantasia sia «un posto dove ci piove dentro» lo insegna Italo Calvino con le sue Lezioni Americane, che la mente umana, invece, possa essere una proficua fucina di idee lo dimostra Omar Jerez. Artista controverso spagnolo, per nulla intimorito dal mostrare la sua opinione da cittadino e la sua concezione artistica, Jerez si è ingegnato contro le mafie, realizzando di sua iniziativa il “Corriere della Camorra”, un giornale fantoccio che ha deciso di distribuire, con 6000 mila copie, in giro per la città di Napoli.

Aiutato e supportato in questa impresa dalla fotografa Julia Martinez, l’artista di Granada ha addirittura pensato di corredare il suo quotidiano, a numero unico, con una finta intervista a un capo della camorra e, inoltre, ha fatto si che il numero delle copie corrispondesse al numero degli omicidi di camorra che si sono avuti nel corso degli anni. Lo scopo di Jerez, secondo quanto egli stesso ha rilasciato sulle pagine di “El Mundo”, sarebbe quello di denunciare «l’impunità con cui la mafia si è addentrata in profondità nella società italiana, allargandosi anche in Spagna, dove molti malavitosi trovano rifugio». Un modo assolutamente ironico per esorcizzare il fenomeno sociale oltreché per sperare di ridestare gli animi, forse ancora un po’ dormienti, dei cittadini partenopei.

Non è la prima volta che l’artista iberico si imbatte in iniziative così particolari: già nel maggio 2013, a San Sebastian, ha dato prova di non avere proprio il senso della paura, sfidando l’organizzazione terroristica che da anni dilania la Spagna, l’Eta, e fingendo di trasportare un finto cadavere dopo un finto attentato da parte di quest’ultima.


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