Il magistrato Federico Bisceglia è stato ucciso: l’incidente è una farsa


Il pm Federico Bisceglia non è morto in un tragico incidente stradale avvenuto in modo accidentale. Bisceglie è stato ucciso, la sua morte è un omicidio, non ci sono dubbi e ad affermarlo è Michele Santagata per il giornale Laprovinciadicosenza.it.

Durante il piano di eliminazione del pm qualcosa deve essere andato storto ed è per questo che l’omicidio sarebbe stato inscenato, in fretta e furia, proprio a quel km 205,700 della carreggiata sud della Salerno – Reggio Calabria.

Gli assassini del magistrato, secondo il giornalista, avevano un altro piano, ossia quello di farlo volare da un viadotto mentre si recava nell’agro nocerino per incontrare la dottoressa Rusolillo, la quale al momento dell’incidente non doveva trovarsi con lui, e che forse serviva come giustificazione di quel viaggio fatto dal pm sulla carreggiata nord in cui doveva avvenire inizialmente l’incidente.

La cronaca avrebbe dovuto scrivere di un colpo di sonno improvviso e del pm finito con la sua auto in un viadotto profondo 30 metri, ma non è stato così, o meglio, lo è stato per qualche isolata notizia pubblicata da chi non aveva ricevuto le novità dagli assassini del magistrato. Come spiegare, altrimenti, quanto scritto da alcuni giornalisti circa un volo da un viadotto di 30 metri, che invece non è mai avvenuto? Come facevano costoro a essere così precisi?

Il viadotto scelto doveva forse essere quello di San Leonardo al km 195 della carreggiata nord, perché è proprio in quel tratto che alcuni testimoni oculari il 28 febbraio alle ore 21,00, due ore e mezza prima dell’incidente in cui Federico Bisceglia ha perso la vita, hanno visto un grave incidente di cui non si è mai parlato con tanto di polizia, vigili del fuoco e 118.

Era proprio lì, in quel tratto della carreggiata nord, che forse doveva morire Federico perché il luogo non è videosorvegliato ed è poco trafficato. Bisognava quindi trovare un altro posto per inscenare l’incidente mortale e risolvere il grave intoppo che non era stato previsto.

Undici ore dopo la morte di Federico, l’Anas aveva lanciato un comunicato stampa ripreso poi dall’Adnkronos già battuta sul tempo dal Mattino: “Tragico incidente in autostrada: muore Bisceglia, il pm che indagava sul caso Fortuna e sui reati ambientali. Auto fuori strada, volo di 30 metri. Ferita nello schianto una seconda persona”.

Un volo di 30 metri che in realtà non esisteva, che faceva ancora parte del vecchio piano. L’incidente doveva invece avvenire nella carreggiata sud al km 205,700 con una versione dei fatti totalmente diversa anche perché il colpo di sonno non era più credibile a causa di una sosta di Federico e della dottoressa in un autogrill. Come giustificare, poi, l’essere rimasta illesa della Rusolillo, in auto con il magistrato dopo essere precipitata?

Federico Bisceglia doveva morire sulla A3 in quel preciso punto. Il tempo stringeva, la notizia doveva essere scritta e divulgata ma le informazioni degli assassini che arrivavano a chi dovevano stilare il nuovo comunicato erano poco chiare nella dinamica e nelle cause di questo incidente che era diventato ormai imprevedibile.

Tutto era stato studiato a tavolino e tutto era stato riorganizzato in modo bizzarro. L’unica cosa certa è che Federico Bisceglia in quel giorno doveva essere ucciso in un modo o in un altro.

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