Stese al Rione Traiano, parla un sopravvissuto: “Ho rischiato di morire senza un motivo”


Napoli, Rione Traiano. Ormai lo conoscono tutti. Il merito, o forse sarebbe meglio dire la colpa, è delle stese, non quelle dei “panni” lavati e messi ad asciugare al sole tra i vicoli e i rioni variopinti della città, bensì quelle dei proiettili sparati dalle nuove baby gang napoletane per lanciare segnali ai rivali e per marcare il territorio, di presunto possesso degli stessi. Operazioni criminali e pericolose, che il 10 agosto scorso hanno rischiato di togliere la vita a due persone totalmente estranee alla camorra e alla criminalità di ogni tipo.

E’ proprio una delle due, la più giovane – giovanissima, anzi – a raccontarlo, ancora incredulo per l’accaduto e soprattutto per essere in grado di poterlo raccontare. Si chiama Valentino Esposito e ha soltanto 19 anni, troppo pochi per guardare in faccia la morte. Lui, però, è stato costretto a farlo nella tarda mattinata del giorno si San Lorenzo: “Quella mattina – esordisce il ragazzo ai microfoni de IlMattino.it – dovevo andare al mare. Stavo aspettando gli amici per passare la prima giornata di svago dopo un anno di lavoro. Avevo anche messo da parte dei risparmi per andare in vacanza in Spagna, ma il mio sogno si è infranto in pochi istanti“.

Quelli bastati a uno dei proiettili esplosi dalle pistole di una banda non ancora riconosciuta per trafiggergli lo stomaco e altri organi interni. Il resto sono solo ricordi di terrore: “Non riuscivo a capire cosa mi fosse accaduto. So solo che mi portarono in ospedale (San Paolo ndr), dove sono stato operato da medici in gamba, dove sono stato salvato e dove spero di uscire presto in buone condizioni di salute. Nel frattempo è passato quasi un mese ma ancora non riesco a capire chi e perché mi ha provocato queste ferite. Mi stavano ammazzando senza un motivo“.

Già, perché anche gli investigatori, dopo le indagini di rito, si sono resi conti che Valentino non ha davvero nulla a che fare con al camorra e le stese, ma che anzi è stato solo una delle tante vittime innocenti di questi mesi, anche se per lui le cose sono andate molto meglio di altri. Così come è stato per la donna affacciata al balcone del primo piano del palazzo giù al quale Esposito è stato colpito.


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