Omicidio Fortuna, Titò: “Uccisa per dispetto. È vero, io toccavo la sua amichetta…”


La Camera penale di Napoli sciopera, con conseguente slittamento dell’udienza del processo sul delitto di Fortuna Loffredo, la bambina di 6 anni morta a Caivano nel 2014, precipitando da un palazzo del Parco Verde. Eppure, in tribunale, il colpo di scena arriva lo stesso, ed è raccontato oggi da Il Mattino a firma di Marco Di Caterino.

Raimondo Caputo, imputato per omicidio ed abusi sessuali, in accordo con il suo avvocato, ha dichiarato che nella prossima udienza (il 2 maggio) sarà disposto a rilasciare dichiarazioni molto pesanti, a cominciare da un’ammissione di colpe che lo riguarda.

Non parliamo dell’omicidio di Fortuna, da cui anzi prende le distanze, ma degli abusi che avrebbe compiuto sulla migliore amica di Fortuna, prima figlia di Marianna Fabozzi, ex convivente dell’uomo. La ragazzina, che oggi ha 11 anni, è la prima accusatrice di Titò.

Caputo, quindi, dopo aver assicurato, qualche mese fa, di non aver mai “toccato i bambini”, esce allo scoperto e confessa le sue colpe al procuratore aggiunto Airona, a “telecamere spente” e in maniera informale: “Dottò, ve lo ripeto. Sono un ladro, e qualche volta lo ammetto ho toccato l’amica del cuore di Fortuna. Lo facevo e lo sapevano in casa. Sia Marianna, la madre della bimba, che la nonna Angela Angelino. Lo sapevano e non dicevano niente, dottò”. 

Poi Titò comincia la bordata contro la Fabozzi: “Vi dico la verità. Marianna ha ucciso nel 2013 il suo figlio più piccolo Antonio Giglio, anche lui caduto nel vuoto, perché secondo lei impediva la nostra convivenza,  e allo stesso modo ha fatto con Fortuna perché odiava sua madre Mimma Guardato e voleva farle un dispetto. Non ho detto niente sulla morte del bambino per paura che lei mi denunciasse per le cose che facevo con la figlia più grande. Ma ora mi date la colpa di essere l’assassino di Fortuna. E non è vero”. 

Poi spiega cosa successe nel giorno della morte di Fortuna: “Quella mattina Marianna ha afferrato Fortuna per i piedi, graffiandola. L’ha sollevata e mentre la bambina cercava di liberarsi l’ha gettata via come un pezzo di carta sporca. Però, dottò,  le è rimasta la scarpetta in mano, che ha lanciato via in direzione del ballatoio di una vicina, Rachele Di Domenico che, come avete accertato dalle intercettazioni, ha fatto sparire il sandaletto per non avere guai. Li sopra c’erano le impronte di Marianna”.

Titò spiega che nei momenti in cui Fortuna veniva uccisa, lui si trovava giù a mangiare una pizza con la figlia più piccola. Una versione dei fatti che, se confermata alla prossima udienza, solleverà un polverone ancora più grande e nuove ombre su Marianna Fabozzi.


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