Tonnellate di rifiuti e aria irrespirabile: sequestrato impianto nel salernitano


I carabinieri del Noe hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo nella giornata di oggi. Ad essere sequestrato un impianto di compostaggio e stabilizzazione delle frazioni organiche a Eboli, nel Salernitano.

Il sequestro è stato effettuato nell’ambito di una indagine coordinata dalla procura di Salerno. La misura cautelare è scaturita anche dopo numerose segnalazioni ed esposti di comitati ambientalisti e cittadini residenti nelle aree limitrofe all’impianto, per miasmi che venivano percepiti fino al limitrofo centro abitato.

Nel corso di controlli condotti dai militari del Noe, con ispettori dell’Arpac di Salerno, tra giugno 2017 e ottobre 2019, è emerso che per le operazioni di recupero dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata, l’impianto riceveva quantitativi di rifiuti biodegradabili di cucine e mense notevolmente superiori rispetto ai limiti imposti, producendo un esubero mensile di circa 500 tonnellate.

Il superamento costante dei quantitativi consentiti, aggiunto alle operazioni di deposito e alla triturazione eseguita nel piazzale esterno dell’impianto, hanno causato le emissioni nauseabonde. Il valore complessivo del sequestro ammonta a circa 10 milioni di euro.

Il caso dell’impianto sequestrato a Eboli, secondo il M5S, è l’ennesima palese dimostrazione di quanto siano efficaci e tempestive le azioni dello Stato quando agisce in sinergia con i suoi cittadini. Queste le parole del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano:

“Il risultato di oggi è da ricondurre all’impegno incessante di una comunità, che abbiamo sostenuto con forza sia con atti istituzionali che con la nostra presenza in piazza al loro fianco, che non si è mai rassegnata e che ha continuato a lottare per il sacrosanto diritto alla salute e ad un’aria pulita. Una vittoria figlia del lavoro di una filiera istituzionale, nella quale il ruolo fondamentale è stato quello esercitato dai nostri cittadini“.


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