Professore ucciso a scuola, svolta nelle indagini: fermato un bidello


Proseguono le indagini sulla morte di Marcello Toscano, il professore ucciso nel cortile della scuola Marino Guarano di Melito di Napoli, e al momento la Procura di Napoli Nord ha sottoposto a fermo un collaboratore scolastico. A renderlo noto è l’Ansa.

Morte professore a Melito, c’è un fermo

Il corpo della vittima è stato ritrovato senza vita in un’aiuola con ferite da coltello all’addome. A lanciare l’allarme sulla scomparsa erano stati i familiari che non avevano più sue notizie. Gli investigatori stanno cercando di risalire al responsabile dell’omicidio e già nella serata di ieri la loro attenzione si è concentrata su un unico sospettato.

Si tratta di un bidello della scuola sottoposto a fermo con l’accusa di omicidio. Resta ancora da accertare, tuttavia, la dinamica della vicenda. Gli inquirenti hanno ritrovato anche alcune tracce di sangue ritrovate nel magazzino adiacente al luogo dove è stata ritrovata la vittima. Non si esclude che possano appartenere proprio all’assassino o allo stesso Toscano. Intanto sono stati acquisiti anche i filmati delle telecamere di videosorveglianza.

Secondo Il Mattino, sarebbero state sei le coltellate inferte all’uomo. Il sangue è stato ritrovato anche sugli scalini e all’interno della vecchia casa dell’ex custode della scuola, chiusa da anni, che il giorno della tragedia sarebbe stata trovata misteriosamente aperta.

Grande il dolore dei familiari che hanno spiegato di non essere a conoscenza di alcun episodio precedente che avrebbe potuto scatenare qualche tipo di vendetta. Di qui il messaggio di dolore del cugino di Marcello che sui social ha scritto: “Lo hanno ammazzato come un cane”.

Oltre ai carabinieri e ai parenti sul luogo del delitto è giunto anche il sindaco di Melito, Luciano Mottola, che si è detto vicino al loro dolore: “Quando sono accorso all’esterno della scuola media Marino Guarano mi si è letteralmente gelato il sangue. Continuo ad avere davanti agli occhi sirene dei carabinieri, i pianti strazianti dei familiari della vittima, il via vai di curiosi e docenti che non riuscivano a credere che il teatro di un omicidio potesse essere il cortile di una scuola”.


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