La “piccola Pompei” abbandonata che la soprintendenza non riconosce


Una villa rustica scoperta alle spalle dell‘ex discarica dei Pisani è stata ritrovata distrutta e abbandonata, ma l’archeologo della Soprintendenza di Napoli e di Pompei dopo aver visto il video girato da IlMattino, non sa dire nemmeno dove si trova e soprattutto di cosa si possa trattare: “No, non so dire dove sia né cosa sia”.

Questa probabile domus rustica con la sua struttura di pietre di tufo antichissime, risale forse al primo secolo avanti Cristo. Presenta più livelli, tanto che è ben visibile anche una scala che porta al piano superiore che però, è composto solo da qualche frammento d’intonaco.

E così sorgono molte domande su come sia stato possibile lasciare delle testimonianze romane abbandonate nel degrado più totale con all’interno alcuni rifiuti e pipistrelli nella zona dei Campi Flegrei, precisamente tra Pianura e Quartopochi metri dell’ex discarica dei Pisani dove si passava spesso per gettare l’immondizia dei napoletani.

Vincenzo Riccio del comitato “Rinascita dei Campi Flegrei” racconta: “Abbiamo fatto delle ricerche approfondite, ma notizie dettagliate dei questi reperti non le abbiamo trovate. Non è difficile ipotizzare che i siti non siano stati segnalati, negli anni ’50, per permettere la costruzione della discarica dei Pisani. Tra l’altro, ci sono alcune cose che ci sembrano molto strane. C’è un blocco della struttura staccato dal resto del complesso. Sembra essere stato divelto da una pala meccanica. Non voglio pensare che sia stato buttato giù, sessant’anni fa, per permettere l’accesso dei camion alla discarica”.

L’archeologo della Soprintendenza dopo aver ammesso di non conoscere quel ritrovamento archeologico invece dice: “Siamo a conoscenza di tanti siti e li abbiamo segnalati nelle carte. Negli anni ‘50 non c’erano le tutele archeologiche che sono venute con leggi successive, ecco spiegata la presenza di una discarica accanto a siti che noi abbiamo cercato di tutelare con vincoli di piano regolatore. Non è possibile gestirli perché tra poco, per mancanza di fondi, rischiamo di non riuscire nemmeno più a comprare i fogli di carta. Bisognerebbe rimetterli in sesto, reperire personale che li salvaguardi e assicurare una manutenzione, ma non è possibile. Questo fa capire che, se ci fossero le risorse adeguate, potrebbero essere creati tanti posti di lavoro nei beni culturali”.

Intanto, questi resti archeologici sono già stati denominati come la “piccola Pompei”.


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