Controllore senza mascherina sul bus, uno studente glielo fa notare: “Ma qual è il problema?”


Chi usufruisce del trasporto pubblico è abituato ad assistere a scene surreali e accadimenti al limite della comprensibilità umana. I mezzi possono essere una sorta di universo parallelo dove le leggi della natura sono diverse da quello del nostro mondo, come nel caso di un autobus della Sita dove il coronavirus cammina soltanto in avanti senza diffondersi nell’ambiente chiuso.

Adesso torniamo seri, poiché la storia che ci ha raccontato Guido, studente universitario, è di una gravità piuttosto accentuata. I fatti si sono svolti ieri mattina su un bus diretto a Napoli: ad un certo punto sale il controllore, con la mascherina indossata solo sul mento, circostanza notata subito dallo studente che, tuttavia, prima di tentare di “correggere” ha aspettato qualche minuto poiché si poteva trattare di una dimenticanza.

Il controllare, però, una volta seduto comincia a parlare di calcio con l’autista, per cui il ragazzo gli rivolge la parola invitandolo a indossare la mascherina correttamente, visto che si viaggiava su un luogo chiuso. A quel punto la reazione dei due che si sono presi gioco di Guido: “Hai capito? La mascherina va sopra al naso!”. Seppure deriso, ha mantenuto la calma facendo notare ai due che erano loro ad avere il compito di garantire la sicurezza del viaggio, certamente non i passeggeri.

A quel punto il controllore si sarebbe alzato e, avvicinandosi in maniera minacciosa a pochi centimetri dal volto del ragazzo gli ha chiesto “Ma qual è il problema”, proprio come accade per strada tra soggetti a dir poco discutibili. A porre fine alla discussione ci ha pensato l’autista: “Dai smettetela, tanto lui è seduto davanti a te, anche se non indossa la mascherina non può infettarti”. Eccola la legge dell’universo parallelo di cui parlavamo, i virus si muovono solo in avanti.

Il resto del viaggio, ci assicura lo studente, si è svolto in maniera tranquilla e il controllore indossato la mascherina in maniera regolare, coprendo bocca e naso.

La fiera delle assurdità però non è finita qui, poiché Guido ha contattato l’azienda tramite la pagina Facebook ufficiale per segnalare quanto accaduto e fare in modo che ai dipendenti fossero chiarite le regole anti contagio. L’addetto ai social gli ha inizialmente risposto in maniera sbrigativa, scrivendo che avrebbe inoltrato la segnalazione in modo che fossero presi provvedimenti, ma senza domandare quali fossero la linea e la corsa. Chiaramente, senza queste informazioni è impossibile per l’azienda approfondire la questione. La conversazione, come si vede dagli screenshot allegati, è continuata senza portare a una conclusione. Guido ha autonomamente trovato un indirizzo email dove ha inoltrato la segnalazione.

L’azienda di trasporti, contattata da chi scrive per ricevere una risposta ufficiale, ha così risposto alla richiesta di rilasciare una dichiarazione ufficiale: “Gentile utente (scrivono ‘utente’ seppure abbia precisato di averli contatti in quanto giornalista, ndr), la ringraziamo, innanzitutto, per la segnalazione. Appare superfluo evidenziare, come da Lei ben detto, l’importanza del rispetto di tutte le normative ministeriali, nonché del regolamento aziendale, da parte del nostro personale. Le significhiamo, pertanto, che effettueremo le dovute indagine volte ad accertare eventuali responsabilità in merito. Cordiali saluti”.

Non è finita: la stessa identica risposta è stata inoltrata a Guido tramite mail, come dimostra la schermata di seguito.

Queste, invece, le schermate della chat tramite Facebook tra Guido e Sita, prima della segnalazione tramite mail.


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