Unicredit chiude 450 filiali in Italia: 6000 persone perderanno il lavoro


L’ennesima brutta notizia sul fronte dell’occupazione in Italia. Unicredit, il principale istituto di credito italiano e tra i più importanti d’Europa, con sede principale a Milano, ha annunciato con una lettera ai sindacati che entro il 2023 chiuderà 450 filiali, con la previsione di 6000 esuberi.

Il Corriere della Sera dà conto di alcune parti di tale lettera, in cui si legge che 500 di queste sono eccedenze di capacità produttiva relative al piano Transform 2019, mentre le restanti 5.500 riguardano nuove eccedenze del piano Team23. Unicredit propone sostanzialmente un patto a scatola chiusa parlando di “soluzioni condivise” che riguardano coloro che entro il 31 dicembre 2023 avranno già maturato il diritto alla pensione, e “intende poi valutare in via prioritaria l’attuazione dello strumento del fondo di solidarietà di settore” per le altre uscite. In particolare “ritiene sostenibile far riferimento all’uscita di personale più prossimo al diritto di pensione, con un anticipo medio rispetto al primo requisito pensionistico di 36 mesi, adottando finestre di uscita che garantiscano certezza di realizzazione degli obiettivi di riduzione”.

La motivazione di tale decisione è che, secondo Unicredit, l’attività dei clienti allo sportello sarebbe calata sensibilmente, del 55%, mentre sarebbero aumentate le operazioni online. Di conseguenza, le filiali aperte sarebe diventate troppe. Oltre ai 6000 tagli in Italia, altri 2000 ne saranno effettuati tra Germania e Austria.

Eppure Unicredit è tutt’altro che in difficoltà economica. La banca ha chiuso il 2019 con un utile di 4,7 miliardi di euro, in aumento del 55%.

La Fabi, uno dei principali sindacati bancari, ha commentato la notizia in questo modo: “Gli esuberi su Unicredit dovranno essere tutti gestiti su base volontaria attraverso prepensionamenti e pensionamenti volontari, ridotti nel numero complessivo e bilanciati da migliaia di assunzioni. Se vogliono la firma di adesione della Fabi saranno queste le nostre condizioni”


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