Parte “Resto al Sud 2.0”: contributi a fondo perduto fino al 100%, ma solo per under 35
Ott 12, 2025 - Redazione Vesuviolive
Il nuovo Resto al Sud 2.0
Dal 15 ottobre 2025 prende ufficialmente il via “Resto al Sud 2.0”, la nuova misura di sostegno gestita da Invitalia che sostituisce la precedente versione introdotta nel 2017. Prevista dal Decreto Coesione n. 60/2024, rappresenta un intervento rinnovato per sostenere la nascita di imprese giovanili nelle regioni del Mezzogiorno, con contributi a fondo perduto fino al 100% delle spese ammissibili.
La chiusura dello sportello telematico del vecchio programma è fissata alle ore 24 del 14 ottobre 2025. Le domande già presentate resteranno valide, ma non saranno più accettate nuove istanze. La decisione, confermata dalla circolare n. 37 del 23 settembre 2025, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, rientra nel processo di riordino degli incentivi e di riallocazione delle risorse residue.
Come funziona la nuova misura
“Resto al Sud 2.0” introduce due tipologie di agevolazioni. La prima riguarda un voucher a fondo perduto fino al 100% delle spese per macchinari, software, arredi e consulenze, fino a un massimo di 40.000 euro, elevabili a 50.000 per i progetti digitali o a basso impatto ambientale. La seconda linea prevede contributi tra il 70% e il 75% per progetti d’investimento destinati a impianti, tecnologie, opere edili e attrezzature, con importi che possono superare i 120.000 euro.
È inoltre previsto un servizio di tutoraggio tecnico e gestionale fino a 5.000 euro per accompagnare i giovani imprenditori nei primi mesi di attività. L’incentivo è rivolto ai giovani tra i 18 e i 35 anni, disoccupati o inattivi, residenti nelle regioni del Mezzogiorno, e prevede una dotazione complessiva di 356,4 milioni di euro destinati a finanziare migliaia di nuove iniziative.
Opportunità e limiti secondo l’analisi legale
L’avvocato Lelio Mancino evidenzia come la nuova misura semplifichi l’accesso agli incentivi eliminando il problema dell’anticipo di capitale grazie ai voucher al 100%. Tuttavia, la riduzione della fascia d’età ai soli under 35 rischia di escludere molte persone che avrebbero potuto avviare microimprese di valore.
La selettività dell’accesso potrebbe inoltre favorire progetti a vocazione tecnologica, a discapito delle attività artigianali o tradizionali, mentre la dotazione finanziaria limitata potrebbe esaurirsi rapidamente. Anche la complessità della documentazione necessaria rende consigliabile l’assistenza di esperti per evitare errori formali e rigetti delle domande.
Un’occasione per il rilancio del Mezzogiorno
Secondo Mancino, la riuscita di “Resto al Sud 2.0” dipenderà dalla capacità dei beneficiari di trasformare i finanziamenti in iniziative imprenditoriali solide e durature. La misura rappresenta una scommessa importante sul futuro del Mezzogiorno: più meritocrazia, più innovazione, ma anche nuovi ostacoli per chi resta fuori dai parametri.
Il rilancio del Sud, conclude l’avvocato, non passa soltanto dai finanziamenti pubblici, ma soprattutto dalla capacità di costruire imprese sostenibili, capaci di creare valore economico e sociale nel tempo.
