Flash Book Mob a Port’Alba: ma cosa c’entra la politica?


Oggi è il giorno, come sa già chi ha avuto modo di seguirci, del Flash Book Mob di Port’Alba, un evento organizzato allo scopo di sensibilizzare la cittadinanza e le istituzioni circa la situazione delle librerie napoletane: dopo la chiusura delle storiche Guida e Loffredo, nei giorni scorsi i vigili urbani hanno multato le librerie di Port’Alba che hanno dunque dovuto smantellare le bancarelle, nonostante la tradizione che le vede lì da secoli (già nel ‘700, a Port’Alba si vendevano libri in strada).

All’evento di oggi partecipano rappresentanti locali e nazionali del Partito Democratico, e a tal proposito riportiamo le parole di Gianfranco Wurzburg, segretario organizzativo del Pd Napoli: “Il Partito Democratico di Napoli intende lanciare una proposta all’attuale Amministrazione Comunale finalizzata al rilancio dell’intera area del centro storico della città, da piazza Dante a via Duomo, da corso Umberto a piazza Cavour, dove vi sono decine di librerie storiche che rappresentano il borgo letterario della città. La nostra iniziativa prende spunto dalla singola questione delle occupazioni del suolo pubblico dei banchetti, ma mira ad affermare il riconoscimento di un “luogo” di notevole importanza culturale, e non solo, per la nostra città”.

Se non ci sono dubbi sulla validità dell’idea di fondo espressa da Wurzburg, fa riflettere invece il fatto che il suo partito si sia mosso solo perché la questione ha toccato profondamente l’animo dei bibliofili Napoletani, o comunque di coloro che si rendono conto dell’importanza della cultura, e in occasione di questo Flash Book Mob. Si tratta evidentemente di un evento da non perdere per il PD, il quale mira a farsi pubblicità: se non fosse così Gianfranco Wurzburg e compagni avrebbero sollecitato le contrattazioni tra i librai, il Comune e la Polizia Municipale in tempi non sospetti, invece che prendere posizione adesso, dopo le multe. Si tratta perciò dell’ennesimo esempio di politica ritardataria e opportunista, che cerca di sfruttare quello che i cittadini fanno per Napoli, la loro mobilitazione e organizzazione per fini elettorali: insomma, come sempre, dove sta la folla lì stanno i partiti a caccia di visibilità.

Non si possono non rimarcare infine le responsabilità della politica nel disastro culturale che affligge Napoli così come l’Italia tutta. Negli anni si è tentato in ogni modo, da tutte le parti, di disincentivare di fatto l’accesso alla cultura, attraverso tagli, la non previsione di norme che agevolassero l’acquisto di libri, musica e film, la promozione di TV spazzatura, l’avvilimento del sapere: ecco perché al Flash Book Mob non dovrebbero esserci i politici, se non in veste di comuni cittadini e perciò senza bandiere, senza discorsi, senza proclami, senza comunicati, senza campagna elettorale.

Port’Alba e Napoli le ammazzano loro di giorno in giorno, avessero almeno la decenza di lasciare spazio a chi ha, come unico movente, l’amore per il sapere.


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