Napoli vince una battaglia di civiltà: chiude la sala slot di Piazza Dante


Napoli – La sala slot di Piazza Dante è stata chiusa. Si tratta, a nostro avviso, della vittoria da parte della città intera di un’autentica battaglia di civiltà, se pensiamo a quante famiglie sono state rovinate economicamente a causa della ludopatia, ossia il gioco d’azzardo patologico, che secondo il Ministero della salute è una vera e propria malattia.

Ad annunciarlo è l’ufficio stampa del Comune di Napoli:

L’ordinanza di chiusura della Sala slot di piazza Dante, che non rispetta le distanze minime dai luoghi sensibili votate dal Consiglio comunale nel dicembre 2015, è stata notificata dalla polizia municipale. Le persone presenti sono state invitate ad uscire. La questura ha mandato due pattuglie che hanno supervisionato la situazione.

La questione di tale sala slot è stata dibattuta numerosissime volte ed ha molto acceso l’opinione pubblica, giungendo a divenire un vero e proprio simbolo della mano dura del Comune contro le sale slot in generale e a difesa delle famiglie.

La dipendenza dal gioco d’azzardo è causa non di rado anche di tragedie, infatti le pagine di cronaca sono piene di casi di suicidio, a volte pure di omicidio, causati dai guai economici scaturenti dal vizio di giocare alle macchinette.

Spesso, infatti, coloro affetti dalla malattia prosciugano il proprio patrimonio e ricorrono all’usura, fino a decidere di darsi la morte in momenti di disperazione. La ludopatia, inoltre, spesso colpisce le fasce deboli della popolazione e gli adolescenti.

È per questi motivi che il Comune di Napoli ha stabilito regole precise per l’apertura delle sale giochi, le quali non possono trovarsi in prossimità delle scuole e che sono sottoposte a rigidi orari di apertura. Se non rispettati i gestori dei locali rischiano multe salatissime o, addirittura, la chiusura degli stessi esercizi.

Dobbiamo constatare, tuttavia, che a livello nazionale si fa ben poco contro il gioco d’azzardo patologico, che viene pubblicizzato in televisione anche in orari sensibili, ricorrendo a testimonial quali ad esempio celebri calciatori.


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