12 gennaio 1817: 200 anni fa rinasceva dalle ceneri il Teatro San Carlo


Napoli – Nella notte fra il 12 ed il 13 febbraio del 1816, dopo nemmeno ottant’anni dalla sua inaugurazione, il Teatro San Carlo di Napoli venne distrutto completamente da un colossale incendio. Come è riportato in tutte le fonti storiche sulla vicenda, a scatenare tutto sarebbe stata una lanterna lasciata accesa durante le prove di uno spettacolo. Le fiamme divamparono per un giorno intero al punto che re Ferdinando fece intervenire l’esercito per spegnere il fuoco: lo stesso principe Francesco diede una mano rincuorando la gente sconvolta. Nonostante questo impegno, estinto l’incendio del teatro rimanevano solo mura carbonizzate.

Il San Carlo, orgoglio indiscusso di Carlo di Borbone, non poteva scomparire della storia. Come spesso è accaduto nella storia di Napoli la distruzione è stata solo un pretesto per ricrescere più forte. Ferdinando affidò la ricostruzione all’architetto Antonio Niccolini, che già aveva lavorato sul teatro. I lavori furono completati in tempo record, al punto da spiazzare chiunque assistette all’impresa: dopo soltanto nove mesi l’edificio era tornato alla sua antica maestosità con particolari e decorazioni ben più curati di prima.

Il 12 gennaio del 1817, in occasione del settimo compleanno del bambino che diventerà Ferdinando II di Borbone, il rinato San Carlo venne ufficialmente inaugurato con la prima de “Il sogno di Partenope” di Giovanni Simone Mayr. Lo scrittore Stendhal, presente all’inaugurazione, descrisse l’incredulità del mondo e l’amore dei napoletani per la meravigliosa opera voluta dal re: “Non c’è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro ma ne dia la più pallida idea. Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è un colpo di Stato. Essa garantisce al re, meglio della legge più perfetta, il favore popolare… Chi volesse farsi lapidare, non avrebbe che da trovarvi un difetto. Appena parlate di Ferdinando, vi dicono: ‘ha ricostruito il San Carlo!'”


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