Con la signora Carmela se ne va un pezzo piccolo, colorato e dolcissimo di Napoli


È stata una notizia terribile quella della scomparsa della signora Carmela, l’acquaiola di via dei Tribunali. In realtà, questa sensazione era già nell’aria perché era ormai da qualche mese che i suoi occhietti non spuntavano più dal bancone di marmo, consumato da chissà quante spremute di limoni ed arance. Fu proprio suo figlio, al quale chiesi di lei, che non vedevo da tempo, a confessarmi che Carmelina ormai non ce la faceva più ad andare al lavoro.

La prima volta che sono andato dalla signora Carmela mi ha fatto la spremuta di limoni al posto di quella di arance: “No, vi faccio la limonata perché vi pizzica la gola”. Era vero. Me lo disse con una dolcezza ed un sorriso che forse solo la Napoli di un tempo poteva regalare. Fu strano sentirmi dare del “voi”, lei anziana e io guagliunciello, ma non mi permisi di obiettare.

Per una spremuta bisognava attendere anche una decina di minuti, però era bello ammirare i suoi gesti amorevoli e lenti, un pezzo piccolo, colorato e dolcissimo di Napoli che si manifestava davanti. Carmela saliva con entrambe le ginocchia sul marmo, in modo da raggiungere più facilmente tutto quello che le serviva. Era una donna minuscola.

Nel caos di via dei Tribunali, specialmente nelle ore di punta quando tante persone decidono di mettersi in fila, anche per una o due ore, per entrare da Sorbillo, Carmela era la piccola oasi di napoletanità autentica in una città che a volte dimentica se stessa per conformarsi alle logiche del consumo. Testimone di una Napoli che fu, continuerà a essere una presenza nella Napoli che sarà. Era “soltanto” un’acquaiola, sì, ma fa parte della storia della città.


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