Cabrini: “Se Maradona fosse venuto alla Juve sarebbe ancora vivo. Napoli, amore malato”


Parole destinate a far discutere quelle di Antonio Cabrini, difensore che ha militato per 13 stagioni nella Juventus e campione del mondo nel 1982. All’emittente Irpinia Tv di Avellino ha detto: “È stato una leggenda vivente e un avversario gentiluomo. Come tanti altri fuoriclasse ha saputo dare nello stesso tempo il meglio e il peggio. Sarebbe ancora qui con noi se fosse venuto alla Juve perché l’ambiente lo avrebbe salvato, non la società ma proprio l’ambiente. L’amore di Napoli è stato tanto forte e autentico quanto, ribadisco, malato.

A cosa si riferisce Cabrini? L’amore dei napoletani nei confronti di Diego è stato sempre senza limiti, forse eccessivo, ma probabilmente è proprio per questo che si è creata una simbiosi tra Maradona e la città. Oltre a quello della sua famiglia, forse l’unico amore che a Diego non è mai mancato e di cui è stato sempre sicuro è proprio quello dei suoi tifosi, napoletani ma anche argentini. Lo dimostrano diverse sue affermazioni: “Sono tornato per la città e per i tifosi”; “So che mi aspetta un anno molto duro, ma i napoletani sapranno difendermi”; “La gente a Napoli mi ha sempre amato perché io sono stato dalla parte dei deboli”. Maradona ha avuto un’infanzia difficilissima, ma gli anni del successo lo sono stati ancora di più, perché tutti cercavano di sfruttarlo. La sua personalità lo ha portato a scagliarsi contro i potenti, contro quella chiamava “la mafia nel calcio”. E sulla Juventus non ha mai avuto un’opinione lusinghiera: La Juve è dentro l’arbitraggio italiano. […] Hanno dei giocatori fantastici dentro la Federazione. Qualsiasi problema abbia in campo, il giocatore delle Juve ha ragione”; ed inoltre: “Un vero argentino non può mai giocare a Torino”.

Cabrini ha in ogni modo parlato molto bene del Diego calciatore, sempre corretto nonostante i calci che prendeva in ogni partita: “Maradona in campo era corretto, disciplinato, veniva marcato in modo pesante, come è noto, ma non si lamentava mai. E questo faceva di lui un avversario leale. Era un leader forte, coraggioso, irraggiungibile, generoso. Il Napoli, grazie a lui, vinse lo scudetto nel campionato 1986-‘87. In quegli anni Napoli divenne una sorta di sua appendice perché Napoli era Maradona e Maradona era Napoli. Fu un amore viscerale. Tuttavia, nell’ambiente pallonaro Maradona non era un giocatore del Napoli , ma era il giocatore di tutti, un fenomeno percepito come tale, a prescindere dalla squadra in cui militava. Per noi Diego fu un esempio di coraggio e di generosità senza eguali”.

Cabrini su Maradona: “Si è caricato addosso le sorti di Napoli”

L’ex difensore riconosce comunque l’importanza che ha avuto per la città ed il suo riscatto sociale attraverso quello sportivo:

“Un ragazzo d’oro con un cuore grande. Diego si è caricato sulle spalle le sorti di una società come il Napoli Calcio, facendole ottenere ottimi risultati; ma si è caricato sulle spalle anche le sorti della città. Il suo impegno ha provocato a Napoli un vero e proprio cambiamento sociale. Maradona arrivava da una famiglia molto povera e lì ha trovato un ambiente simile a quello dal quale proveniva. Il suo è stato un impegno appassionato verso la città perché si è immedesimato in tutte le sue problematiche. Napoli si è trasformata con lui”.


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