4 settembre 1983, inizia la crisi bradisismica: un violento terremoto spaventa Pozzuoli


Il 4 settembre 1983, in una calda domenica di fine estate, un forte sisma colpì Pozzuoli. Erano circa le 13.32 quando si avvertì prima un boato e poi un fortissimo terremoto, del quinto grado della scala Mercalli. A quello susseguirono ben 6o altre scosse. Caos, paura, terrore investì tutti i Campi Flegrei e la città di Napoli.

La gente si riversò a fiumi per le strade. Telefoni e rete elettrica andarono in tilt. Una frana colpì il Monte Sant’Angelo. I palazzi furono lesionati e tanta fu la rabbia tra i cittadini che presero d’assalto la Protezione Civile. Fu l’inizio di quella che è stata definita la “crisi bradisismica”.

In realtà già nell’estate del 1982 nell’area flegrea si registrò un innalzamento anomalo del suolo. L’ultima crisi fu quella degli anni 1970-72, dopodichè l’Osservatorio Vesuviano potenziò il sistema di monitoraggio. Nell’estate del 1982 il sollevamento del suolo non destò preoccupazione ma già due mesi dopo era chiaro che si trattava di un segnale da tenere in allerta.

Una prima significativa sismicità ci fu nella primavera del 1983, con un evento di magnitudo 3.5 localizzato alla Solfatara ed avvertito in una vasta area che comprendeva la zona occidentale della città di Napoli. Da quel momento gli edifici subirono continuamente sollecitazioni sismiche. Il culmine arrivò il 4 settembre di quell’anno, quando una serie di sciami sismici destò panico nella popolazione che iniziò ad abbandonare le proprie case per rifugiarsi negli autobus sul lungomare.

Sul litorale domizio, per le strade e nella zona del cimitero furono allestite le prime tendopoli e in un campeggio a Licola furono sistemate 50 roulottes poi aumentate a 150. Molti lasciarono la città con le proprie auto verso destinazioni di fortuna. Il giorno dopo l’allora ministro Enzo Scotti firmò l’ordinanza di finanziare la costruzione dei primi alloggi a Monterusciello. Una zona invasa da canneti e alberi. Mentre, gli sfollati vennero sistemati anche nelle case vacanza del litorale flegreo-domizio.

Ma quella del 4 settembre non fu l’unica forte scossa: il 4 ottobre del 1983 Pozzuoli fu risvegliata da una nuova violenta scossa. Si verificò un terremoto di magnitudo 4.0 con epicentro nei pressi della Solfatara e ad una profondità tra 2,5 e 3,0 chilometri. L’area di “avvertibilità” del terremoto fu di circa 38 chilometri.

Questo nuovo sisma fece capire che la popolazione doveva essere messa al sicuro, che era l’inizio di una nuova crisi bradisismica dopo quella del 1970. Il Ministro, così, convocò immediatamente a Napoli, in Prefettura, gli amministratori dell’area flegrea, della città di Napoli, delle Province della Campania, della Regione, i tecnici della
Protezione Civile, le forze dell’ordine e i rappresentanti della parti sociali per attivare le azioni di protezione
civile necessarie per la sicurezza della popolazione esposta.

La paura tra la gente era quella di un’eruzione del Monte Nuovo. La terra poi però nel 1985 tornò ad abbassarsi, riportando tutto pian piano alla normalità. Un evento vivo nella memoria ancora oggi e che fu traumatico per i puteolani e non solo.

Fonti:

Il bradisismo degli anni Ottanta, di Giuseppe Luongo


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