Crollo Torre Annunziata, spunta un sms choc: “Chiamatemi solo se cade il palazzo”


Torre Annunziata – A quasi un anno di distanza da quel terribile 7 luglio 2017, giorno in cui si verificò il crollo della palazzina di Rampa Nunziate nel quale persero la vita otto persone tra cui due bambini, oggi 2 luglio 2018 è iniziato il processo a carico di 15 imputati. Da questa prima giornata di processo emergono fatti agghiaccianti. Uno su tutti come riportato dal quotidiano Lo Strillone, il ritrovamento di un messaggio sul telefonino dell’architetto Giacomo Cuccurullo deceduto insieme alla sua famiglia nel crollo.

Il messaggio da quanto si apprende sembrerebbe essere stato inviato dall’avvocato Massimo Lafranco. Il messaggio inviato da Lafranco a Cuccurullo riporterebbe la seguente frase: “Chiamatemi solo se cade il palazzo“. È indubbiamente il fatto più inquietante e grottesco della requisitoria del pm Andreana Ambrosino fornito durante l’udienza. Il pm Ambosino, che ha svolto le indagini con il pm Pavia, durante la prima udienza ha spiegato quelle che secondo l’accusa sono le responsabilità della tragedia che ha sconvolto l’intera comunità di Torre Annunziata.

“Lavori portati avanti da Gerardo Velotto al secondo piano con assoluta spregiudicatezza”, queste le parole del pubblico ministero nei confronti del proprietario dell’appartamento al secondo piano. Durante questa prima udienza è anche emerso che già 20 giorni prima di quel fatidico 7 luglio 2017 all’interno della struttura si verificarono le prime crepe. Questi ed altri segnali hanno preceduto il crollo che ha causato la morte di otto persone. Il pm inoltre ha aggiunto che c’è stata: “Una sottovalutazione del pericolo dovuta a una totale ignoranza tecnica”.

AGGIORNAMENTO UDIENZA

Nel primo round del processo partito a carico dei 14 indagati, il gup del Tribunale di Torre Annunziata, Mariaconcetta Criscuolo, ha rinviato a giudizio tutti gli imputati. Uno degli indagati, R.C., ha chiesto il giudizio immediato. Prossima udienza il prossimo 28 febbraio.


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