‘Nzallanuto: uno sfottò napoletano. Ma sapete com’è nato?


Cammina, non si sa per dove, non si sa perchè, passeggia lentamente, magari guardando distrattamente il messaggio che ha ricevuto sul telefono, e ondeggia quando provi a passargli avanti perchè il marciapiede è stretto. Lo ritrovi mentre sei in macchina ed è lì, sulle strisce, che non sa se passare o meno, ma tu intanto sei fermo da 5 minuti aspettando che decida. Attenzione, perchè potresti ritrovarlo anche in un ufficio ed in questo caso correresti il rischio di dover tornare altre due volte perchè lui ha sbagliato perchè aveva altri pensieri. E’ “‘o ‘nzallanuto” e, qualunque cosa tu faccia o dica, avrà sempre la testa da un’altra parte.

Abbiamo ironizzato un po’, ma, in verità, chiunque di noi è spesso uno ‘nzallanuto. A chi non capita di fare una cosa e pensarne cento altre? Chi non ha mai dimenticato chiavi, telefoni, portafogli? Chi non ha mai ascoltato qualcuno senza capire nemmeno una parola? Che sia per il clima, per i problemi o per sonnolenza “‘a capa” viaggia e, spesso, si perde in galassie lontanissime. Infatti, la parola “‘nzallanuto”, unica e, ovviamente, prettamente napoletana, non è quasi mai un’offesa, ma uno sfottò simpatico o un’esortazione a tornare sul pianeta Terra.

Comune è anche alleggerire ancor di più il termine un un “oggi pari uno ‘nzallanuto”. Addirittura, da sostantivo è diventato anche un verbo nel linguaggio comune: ad esempio, “mi ‘nzallanisci” che significa “mi confondi”, oppure, più educatamente “mi stai dicendo troppe cose tutte in una volta”.

L’origine del termine è incredibilmente antica, nonostante la frequenza con cui si usa attualmente. Più di una volta abbiamo lanciato indizi sul suo reale significato, definendo ‘o ‘nzallanuto una persona che non riesce a rimanere con i piedi per terra. Infatti, il termine deriva proprio dalle alte sfere. Si tratta di una napoletanizzazione di “inselenito” che, comunque, non sembra raccontare niente. Per capirci qualcosa bisogna tornare alla mitologia degli antichi greci: per loro, la Luna era abitata e governata da una bellissima dea di nome Selene.

“Inselenito”, quindi, è qualcuno che ha la testa da Selene, sulla Luna. “‘Nzallanuto” potrebbe essere tradotto di conseguenza, anche se in maniera riduttiva, come “stralunato” o con il detto comune di “persona con la testa fra le nuvole”. Inoltre, nei tempi antichi era credenza comune che il senno, il lume della ragione, perso finiva sulla Luna: leggenda che viene confermata anche da Ludovico Ariosto nel famosissimo pezzo dell'”Orlando Furioso”, quando Astolfo, migliore amico dell’eroe impazzito, vola fino al nostro satellite per recuperargli il senno perduto.


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