L’AZZURRO CHE ERA – Sly, Roberto Stellone


L’appuntamento di questa settimana con la rubrica “L’azzurro che era” vede protagonista l’ex attaccante romano e, attualmente allenatore del Frosinone, Roberto Stellone. Figlio d’arte (suo padre ha militato in squadre di Serie B e C negli anni ’70) ha fatto parte della rosa partenopea dal 1999 al 2003.

Classe ’77, è cresciuto calcisticamente nella squadra del Lodigiani ed esordisce in prima squadra nel campionato 1993-1994, alla tenera età di 17 anni. Dopo questa occasione, nel campionato successivo l’attaccante non sarà mai impiegato. Al contrario, nella stagione 1995-1996 il giovane calciatore conquista 18 presenze, ma segna una sola rete. Nel campionato seguente riesce ad aggiudicarsi la maglia da titolare giocando 31 partite e mettendo a segno 16 goals.
Nel mercato estivo Stellone decide di passare alla Lucchese in Serie B, dove esordisce agli inizi di settembre disputando l’incontro Genoa-Lucchese terminato con un pareggio. In questo campionato colleziona 12 presenze e soltanto 1 goal.
L’anno dopo, nel 1998, passa al Parma in Serie A. Sfortunatamente però in questo ambiente non riesce a collezionare neanche una presenza e non riesce ad ottenere il suo esordio in A. Così, nel gennaio 1999, passa al Lecce in Serie B: qui, totalizza 19 presenze e 6 reti, ottenendo con i giallorossi anche la promozione in Serie A.

Nell’estate seguente ecco che Stellone diventa un attaccante azzurro e con la maglia azzurra disputa 4 stagioni. Nell’anno 1999-2000 gioca quasi tutte le partite del campionato siglando 10 reti e riuscendo ad ottenere la promozione. Finalmente il calciatore ottiene il suo esordio in Serie A nell’anno 2000 al San Paolo contro la Juventus, in un match perso poi dai partenopei per 2-1. Nel corso della stagione l’attaccante subisce un infortunio e conta soltanto altre 2 presenze in campionato e 2 in Coppa Italia con la squadra che retrocede in B. Rimasto a Napoli per i campionati 2001-2002 e 2002-2003 , nei quali indossa anche la fascia da capitano, mette a segno 13 reti in 51 incontri. Conclude quindi la sua carriera a Napoli nel 2003, quando si trasferisce alla Reggina. Lì segna solo un goal in 16 presenze. Per il campionato seguente decide di trasferirsi al Genoa dove gioca 29 matches e segna 18 reti, ottenendo l’ennesima promozione in massima serie: lo scoppio del caso Genoa, però, annulla la promozione declassando la squadra ligure in Serie C.

Stellone passa quindi al Torino ed anche qui riesce ad ottenere una promozione in Serie A (la quarta in 7 anni, ma la terza effettiva) segnando in 31 partite 7 reti. Durante i tre campionati successivi, gioca sempre con la maglia granata in Serie A, segnando 9 reti in 81 gare. Nell’anno 2009, dopo la retrocessione dei granata e la scadenza del suo contratto Stellone decide di cambiare aria. Si trasferisce dunque a Frosinone e contribuisce alla salvezza della squadra. A causa della retrocessione dei ciociari in Lega Pro l’anno seguente, il calciatore annuncia il suo ritiro nel 2011.

Ritiratosi dal mondo del calcio giocato resta a Frosinone come allenatore, iniziando ad allenare la squadra Berretti. Nel 2012 ottiene l’incarico di allenatore in prima squadra come sostituto di Eugenio Corini e, nel campionato 2013-2014, conquista un bel secondo posto che lo porta in Serie B dopo lo spareggio ai Play-Off con il Lecce.
In questo periodo lo Stellone allenatore sta facendo molto parlare di se: precedentemente alla partita con il Pescara, persa per 3-0, il Frosinone vantava un primo posto assieme alla squadra di Fabrizio Castori. A causa del k.o, i gialloblu non sono riusciti a mantenere il primato e sono stati scavalcati dal Carpi che nell’ultimo turno ha conquistato una vittoria in casa contro il Cittadella per 5-2.
Protagonista come allenatore in Serie B ci si aspetta tanto da lui ed è ricordato dai tifosi partenopei come uno di quelli che fa esclamare:”Mamma mia che goal!”.
Saprà farsi valere anche da allenatore riuscendo a risalire la vetta anche da mister e arrivando alla cima di quella che è stata la sua categoria di competenza anche da calciatore ?
“Chi vivrà vedrà” cantava Rino Gaetano.


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